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CRISI PIENA

Mal di gol Milan: poche reti e pochi punti, è crisi piena

Contro la Juventus sono arrivati timidi segnali di risveglio offensivo, ma i rossoneri non fanno paura

11 Nov 2019 - 10:53

Qualche timido miglioramento c'è stato, ma non basta. La prova del Milan all'Allianz Stadium ha lasciato l'amaro in bocca a Pioli e ai tifosi rossoneri, tornati da Torino con un altro zero alla voce dei punti raccolti, ma ha fatto intravedere una prestazione di carattere e qualche segnale positivo rispetto al recente passato. Un contentino, certo, da tarare anche con la prova sottotono di Cristiano Ronaldo e compagni, ma con la convinzione - o la speranza - di poter ripartire dal carattere dimostrato in uno stadio mai espugnata, nemmeno a metà.

Prima della proibitiva sfida contro la corazzata del campionato, l'imbattuta Juventus di Sarri (unica squadra nei cinque maggiori campionati europei), il Milan era la squadra che aveva calciato meno volte in percentuale nello specchio della porta avversario; tradotto, la squadra di Giampaolo prima e Pioli poi era quella meno pericolosa del campionato. Vuoi per le polveri bagnate di Piatek o per l'inizio di stagione da contestazione dei propri tifosi di Suso. Pochi tiri, poca pericolosità, poche emozioni e opportunità per raccogliere la vittoria che, infatti, è arrivata solo quattro volte su 12 partite (vs Brescia, Verona, Spal e Genoa).

Contro la Juventus però qualche timido segnale si è intravisto e i sette tiri nello specchio della porta avversario, con Szczesny costretto ad ergersi migliore in campo al pari di Dybala, raccontano la prova dei rossoneri, ma anche il più grande limite: il Milan non segna. E dove non arriva Piatek, non arrivano nemmeno i compagni che si chiamino Paquetà, Suso o Calhanoglu, quest'ultimo il vero giocatore rigenerato dal cambio di allenatore.

Gol con il contagocce e un senso di difficoltà negli ultimi metri che è causa, e al tempo stesso conseguenza, delle difficoltà di Piatek. Contro la Juventus i tiri di Calhanoglu sono stati neutralizzati da Szczesny, ma erano tutti provenienti dalla distanza; quelli di Piatek, tra parati e divorati, non hanno impegnato più di tanto il portiere polacco che l'unico intervento veramente sopra le righe l'ha fatto sul colpo di testa di Paquetà al termine della più bella azione rossonera della partita. Contro la Lazio la rete è arrivata con un'autorete di Bastos; contro la Spal su calcio piazzato e contro la Roma, per non andare troppo indietro, grazie a una giocata di Theo Hernandez (con deviazione), di ruolo terzino. Là davanti è chiaro che qualcosa non gira come dovrebbe.

A questo va aggiunto il fatto che la squadra di Pioli, come con Giampaolo in precedenza, non sa gestire un risultato. Un clean sheet per Donnarumma è ormai una rarità, anche nella sfida contro la Juventus più spenta delle ultime settimane. In un modo o nell'altro la rete subita arriva sempre, facendo venire meno il punto di forza della scorsa stagione che portò i rossoneri fino a pochi minuti dalla Champions grazie a una fase difensiva solida. Ora le priorità sono cambiate, la classifica è decisamente diversa e per buoni tratti preoccupante. Lo sa Pioli, lo sa la società e lo sanno i tifosi: ma tocca ai giocatori rimboccarsi le maniche e iniziare a fare gioco, punti e soprattutto gol.

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