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La partita a due volti dei rossoneri ha convinto a metà, ma il tecnico sembra avere le idee chiare
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Tre giorni per cambiare il Milan sono evidentemente troppo pochi, ma è proprio da questo concetto che Sergio Conceiçao ha iniziato - vincendo - il proprio cammino in rossonero. I cambi nella semifinale di Supercoppa Italiana contro la Juventus sono risultati decisivi per molti, ma più per un atteggiamento mai remissivo che per l'effettivo impatto in campo. Modificare tutto o qualcosa per cambiare - e ci risiamo - l'annata difficile dentro e fuori dal campo, ripartendo nuovamente da chi può e vuole trasformare il Diavolo in qualcosa magari di meno bello e teorico ma più pratico, vincente e... fortunato.
E allora sì che Sergio Conceiçao da questo punto di vista può dire di aver già cambiato un po' il Milan perché la differenza, al netto della vittoria arrivata in pratica senza tirare in porta su azione contro la Juventus, è stata tutta nei cambi prima, ma soprattutto durante la partita. Quello iniziale con la riproposizione del 4-3-3 non ha convinto, così come non è stato del tutto capito il ruolo di Bennacer sul centrodestra senza posizione e senza condizione fisica. Tanti dubbi tattici, tanti errori e un pressing fuori sincro. Nessun problema: si cambia, appunto.
Il cambio tattico - e la ripetizione è voluta - seguito dai cambi tecnici hanno trovato una differenza rispetto al recente passato ovvero la pronta risposta dei protagonisti, quelli in campo e soprattutto quelli entrati dalla panchina. Ecco dunque che i giocatori più rappresentativi come Reijnders e Fofana sono tornati a trascinare il Milan in mezzo al campo, Pulisic a sfornare intuizioni pericolose e gli ingressi di Musah e Abraham a proprio modo hanno trovato un clima acceso e un'inerzia positiva in cui apportare il proprio contributo.
Al resto ha pensato la fortuna negli episodi che hanno portato all'errore di Locatelli sul rigore e alla deviazione sfortunata di Gatti nel gol decisivo su cross di Musah. Il passaggio al 4-4-2 è stato quasi naturale e studiato su due piedi da Conceiçao e dai suoi nuovi ragazzi che, a quanto pare, hanno dato al proprio tecnico il giusto credito iniziale. Reagendo alla rabbia e delusione dell'allenatore, come spiegato da lui stesso nel dopopartita, ma soprattutto restando concentrati fino all'ultimo secondo. Un cambio di tendenza, nuovamente, che lo stesso Conceiçao spera possa essere solamente un inizio. Meno sorrisi, meno amicizia e più corsa.