La squadra deve reagire dopo il brutto ko di Firenze: a Londra Pioli insegue i quarti, ma anche in campionato non sono più ammessi passi falsi
© Getty Images
E adesso la testa può serenamente andare al Tottenham. Sul tramonto di una serata da dimenticare in quel di Firenze, Stefano Pioli ha assicurato due cose: la prima, che il suo Milan non ha perso perché distratto dalla trasferta di Londra. E forse questo non è nemmeno un bel segnale; la seconda, che la squadra sarà pronta per una sfida che, in ogni caso, sarà durissima. Questa, almeno, è la vista dall'interno del "giardino" rossonero, perché quel che si scorge da fuori, per tornare all'inizio, non lascia certamente molto sereni. Continua a essere un Milan "ballerino", under construction, per allinearsi alla lingua che si parlerà in settimana, certamente ancora lontano dall'aver assimilato i meccanismi necessari per sentirsi sicuri.
Ma andiamo con ordine e partiamo da Firenze. Contro la Fiorentina, e forse questo è il dato più positivo, si è visto un Milan troppo brutto per essere vero. Non solo, anche se il tema è centrale, per l'evidente difficoltà di gestire il possesso palla e portare l'azione nella metacampo avversaria. Quanto, piuttosto, per la lunga serie di errori tecnici che hanno condizionato la gara. Dal liscio di inizio partita di Thiaw, al Franchi in chiara difficoltà, allo sciagurato rigore regalato da Tomori, fino alle prestazioni imbarazzanti di Rebic e, in parte, De Kateleare, passando per le incertezze di Tonali o Bennacer. Insomma, troppe cose andate male contemporaneamente per considerare il Milan di sabato sera "statisticamente affidabile".
Certo è, però, che nonostante la mini-serie di risultati positivi ieri interrotta - quattro successi filati con zero gol al passivo -, qualche problema ancora c'è e manca, al contrario, il tempo per risolverlo. A Londra la partita sarà durissima, questo è sicuro. Perché il Tottenham, che pure attraversa un periodaccio, contro il Milan si gioca gran parte della sua stagione e perché la spinta del popolo Spurs sarà certamente importante. Quello che deve fare la squadra di Pioli è quindi, sopra ogni cosa, non farsi trascinare nella battaglia, ma giocare da formazione matura, cercando, quando possibile, di dettare i tempi del gioco. Nell'andata del Meazza il Milan ha fatto, in questo senso, una gara saggia: ha sofferto, gestito e rilanciato. Ha vinto 1-0, ma poteva vincere con un risultato molto più ampio. In ogni caso è stato in campo, totalmente, in ogni minuto. A Londra, mercoledì, dovrà fare la stessa cosa senza rinunciare ad attaccare, ma cercando al contrario quel gol che, probabilmente, indirizzerebbe la qualificazione.
Rispetto a Firenze, Pioli ritroverà Leao e Krunic, due giocatori che, sotto diversi aspetti, saranno decisivi. Il primo perché, inevitabilmente, il Tottenham lascerà degli spazi da attaccare. Il secondo perché può portare copertura e fisico in un centrocampo che resta leggerino. E, in questo senso, che possa partire dall'inizio nel ruolo di falso sotto-punta non è affatto da escludere (l'alternativa è ovviamente Brahim Diaz). Il resto della formazione è praticamente fatto: la difesa resterà a tre e Thiaw, nonostante la scivolata di Firenze, dovrebbe essere confermato non fosse altro per la sua abilità, a Londra certamente decisiva, nel gioco aereo. Dovessimo proprio sbilanciarci, a lasciare eventualmente posto a Kjaer, ottimo nel match d'andata, potrebbe essere uno tra Kalulu e Tomori. A destra partirà probabilmente Messias, in avanti ci sarà Giroud. Sarà una battaglia e servirà il Milan migliore. A Pioli il compito di ritrovare la sua squadra e presentarla al meglio all'appuntamento con la Champions.