Il neo tecnico rossonero in conferenza stampa: "Se sono qui qualcosa non va. Mercato? Voglio conoscere la squadra"
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Le prime parole da allenatore del Milan il primo giorno del suo insediamento a Milanello e ora la presentazione di Sergio Conceiçao in conferenza stampa tra l'ultimo allenamento in Italia in vista della semifinale di Supercoppa italiana contro la Juventus, in programma venerdì 3 alle ore 20 (diretta su Canale 5) e la partenza per l'Arabia Saudita. "Per me il calcio è semplice: c'è una porta dove fare gol e un'altra dove non prenderlo. Per me il calcio dominante è questo. Per me il tiki taka è metterla dentro - ha detto il nuovo tecnico rossonero - Questa squadra può arrivare in Champions? Faremo di tutto per arrivarci. C'è tanto lavoro da fare".
Quanto è importante il suo orgoglio, quanto è importante San Siro?
Sono orgoglioso, è un piacere essere qui in una squadra così grande che ho conosciuto da giocatore. I tifosi sono l'anima del club, senza di loro è difficile vivere e crescere e noi dobbiamo rispettare questi valori. Dobbiamo lavorare tanto per essere all'altezza del Milan. Se sono qui qualcosa non va bene. Non è colpa soltanto di una persona. Non c'è tanto tempo ma non cerchiamo scuse, dobbiamo lavorare per vincere.
Quali sono i suoi concetti? Ha parlato con suo figlio?
Ho cinque figli che sento tutti i giorni. Francisco a casa è mio figlio, a livello professionale sarà un avversario. Noi possiamo cambiare sistema, dopo c'è tutto lo spirito e la mentalità della qualità. Vivo intensamente la partita e voglio che i miei giocatori lo facciano come me, proprio come i tifosi. I giocatori devono avere gli occhi che brillano.
Che cosa non ha funzionato al Milan?
Non è una cosa ma ci sono varie cose. Penso che Paulo ha avuto anche bellissimi periodi qui, altri non tanto, ma questo fa parte del mestiere dell'allenatore. Cerchiamo sempre la perfezione, ma non è possibile. Giochiamo contro avversari di qualità, sia in Italia che in Champions League, ma noi siamo preparati per questo.
Com'è il Conceiçao allenatore rispetto al giocatore?
Tutto diverso. Il giocatore pensa di capire tutto di calcio, ma non è così. Pensiamo al nostro giardino due ore, l'allenatore non dorme. Ci sono molte informazioni, lo stress di voler conoscere tutto. Tutto è importante, dall'erba del campo al presidente. Tutti sono importanti. Abbiamo voglia di conoscere tutto al più presto, bruciando le tappe. I tempi sono corti. Abbiamo già una semifinale di Supercoppa, dobbiamo essere presenti e con ambizione.
Che cosa l'ha coinvinta a dire sì al Milan? Quest'estate c'è già stata la possibilità?
Con il Porto non è stata un'uscita facile. Non voglio parlarne. Le tempistiche non sono la cosa più importante. Ogni settimana in Portogallo mi mettevano su un'altra panchina. Con il Milan è stata una cosa veloce. Sto allenando una delle migliori squadre nel mondo, non potevo dire no anche se avevo altre situazioni che rispetto molto.
Come sarà il suo rapporto con i giocatori?
"Dipende dalla situazione. Non è che devo cambiare adesso, cambiare adesso che ho 50 anni è difficile. Ci saranno sempre undici più contenti, chi va in panchina lo sarà un po' meno. Ma questa è la gestione del gruppo. Possono anche essere un po' più tristi perché non giocano ma questo deve dare forza, così come la pressione, che fa parte dei grandi club. Allora siamo fiduciosi di fare un buon lavoro, ma le parole restano parole, i risultati contano.
Cosa cambierà?
Per me il calcio è semplice: c'è una porta dove fare gol e un'altra dove non prenderlo. Tiki Taka e possesso palla? Per me conta metterla dentro.
Questa squadra può arrivare in Champions League?
Faremo di tutto per arrivarci. C'è tanto lavoro da fare. Al momento lavoriamo con i giocatori a disposizione, ma non voglio scuse e ho fiducia nella rosa.
Lei conferma il concetto che secondo lui i giocatori sono tutti uguali? Ha già parlato con Theo e Leao?
Per me sono uguali per come gestisco lo spogliatoio. Non faccio la differenza se ha 17 anni o 37, dipende da cosa farà in allenamento. Nello spogliatoio loro sanno che il discorso è uguale per tutti. Dopo ci sono discussioni personali. A me piace capire tutta la storia dei giocatori che ho a disposizione.
Sul mercato?
Voglio conoscere bene la prima Squadra e Milan Futuro. Poi ne parliamo e vediamo se possiamo aggiustare qualcosa.