I giornali: mercoledì 12 ottobre
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Rossoneri sicuri di qualificarsi per gli ottavi con due vittorie contro Dinamo Zagabria e Salisburgo. Ma in dieci gare Pioli ne ha vinta soltanto una...
Tocca scordarsi immediatamente il passato - esercizio in cui il Milan ha dimostrato negli ultimi anni di essere bravissimo - perché, schiumata la rabbia per il rigore con rosso fischiato a Tomori contro il Chelsea, sul doppio confronto contro i londinesi è perfino inutile tornare. Lo farebbe magari Stefano Pioli, convinto alla vigilia di poter "fare una grande partita", e lo farebbero senza dubbio alcuni tra i giocatori più rappresentativi, ieri sera ciondolanti e a testona bassa come poche volte nell'ultimo anno. Ma dato che quel che è fatto, è fatto, tanto vale spostare lo sguardo verso l'orizzonte e fissarsi bene in testa il d-day del 25 ottobre, data della trasferta, questa sì davvero decisiva, di Zagabria contro la Dinamo.
Nonostante tutto, grazie anche al pareggio del Salisburgo in Croazia, il Milan resta con il destino europeo nelle proprie mani. Facendo brevemente i conti della serva, con due vittorie i rossoneri sarebbero agli ottavi, obiettivo che sarebbe raggiungibile anche con un successo e un pari contro il Salisburgo nel caso in cui gli austriaci uscissero sconfitti dalla sfida casalinga contro il Chelsea. In questo senso, dopo tanto penare made in Uefa, il piccolo vantaggio per la banda di Pioli sarà quello di scendere in campo a Zagabria già conoscendo il risultato dell'altra gara del gruppo, in programma alle 18.45 (il Milan giocherà alle 21, ndr).
Riassumendo: due vittorie o, nel caso più fortunato, una vittoria e un pareggio. Il che, sulla carta, è serenamente alla portata del Milan, che ha dimostrato a San Siro di essere nettamente superiore alla Dinamo e che ha il vantaggio di giocarsi il match da dentro e fuori contro il Salisburgo in casa e con uno stadio certamente bollente. Dalla carta bisogna però passare ai fatti, perché se è vero che raramente il Milan è stato dominato (escluderemmo il Liverpool di Anfield un anno fa e il Chelsea di Londra), è altrettanto innegabile che lo score dei rossoneri in Europa sotto la guida di Stefano Pioli non sia proprio così rassicurante: dieci partite disputate, due vittorie, due pareggi e sei sconfitte. Insomma, si può fare, ma evidentemente va cambiato radicalmente un trend che, fin qui, non è stato positivo.
Ben inteso: nessuno dimentica il grave errore di Siebert ieri sera che ha condizionato nettamente la partita, né quelli un anno fa, forse perfino più gravi, nella sconfitta casalinga contro l'Atletico Madrid (e in parte anche in quella di Oporto, con la rete dei padroni di casa favorita da un fallo non fischiato a favore di Bennacer, ndr). Però se l'anno scorso la Champions doveva essere, ed è stata, un'occasione di crescita di un gruppo giovane, quest'anno era lecito aspettarsi di più, specie all'interno di un girone non facile, ma certamente alla portata. Fatto sta che le carte in mano le ha ancora tutte Pioli. Tra Zagabria e il Salisburgo al Meazza passa il futuro europeo dei rossoneri. Si può fare, certo che si può fare, ma va fatto.
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