“Qualificazione meritata” ha detto il tecnico, che con l’impresa contro i nerazzurri corona un anno e mezzo ad alto livello nonostante l’assenza di Ibra: “Giocherà solo il mercoledì”
Da Bergamo a Bergamo. Nel giorno dell'anniversario del trionfo di Atene contro il Liverpool, il Milan torna in Champions League a sette anni dall’ultima volta e lo fa vincendo sul campo dell’Atalanta, dove tutto è cominciato e probabilmente stava anche per finire. Era il dicembre del 2020, il Diavolo fu travolto 5-0 e la breve era Pioli sembrava alla fine, ma da quel giorno (e da quello dell’arrivo di Ibra) il tecnico è ripartito, ha saputo plasmare la squadra più giovane del campionato e l’ha fatta crescere fino a portarla all’impresa del Gewiss Stadium, che certifica un grande step in avanti ed è una prova di maturità importante che stacca definitivamente dalle spalle di Donnarumma e compagni l'etichetta di ‘Ibra-dipendenti': “L’anno prossimo giocherà solo il mercoledì” ha scherzato Pioli in conferenza stampa.
“Vorrei vedere le altre squadre senza il loro campione per tutte quelle partite” aveva detto poco prima il tecnico parlando dell’attaccante svedese, che anche a Bergamo ha dovuto limitare il suo appoggio alla squadra alla presenza in tribuna. In campionato Ibrahimovic ha disputato la metà esatta delle partite, ossia 19, e il ruolino nei match senza di lui parla di 11 successi, 4 pari e altrettanti ko. Numeri che valorizzano ulteriormente il lavoro di Pioli e del suo staff, che anche nelle difficoltà di una stagione condizionata da tantissimi infortuni hanno tenuto il Milan in Champions per 37 partite su 38 e dopo anni di sofferenza e di risultati deludenti, sembrano finalmente aver trovato la strada giusta per aprire un ciclo.
Ciclo da cui di certo non può essere escluso Frank Kessie, che nel suo vecchio stadio si è preso la scena con una doppietta che certifica la sua freddezza dagli undici metri. L'ivoriano è forse il vero simbolo della crescita generale della squadra, capace di andare oltre quei limiti mentali che impedivano di compiere il salto decisivo proprio sul più bello. Salto decisivo che può arrivare in estate con qualche acquisto mirato (assolutamente necessario un ‘vice-Ibra’) che il fascino e milioni della Champions possono agevolare, con il riscatto di Tomori (ancora tra i migliori anche a Bergamo) e soprattutto con i prolungamenti di Donnarumma e Calhanoglu.
La notte di festa è passata, adesso scatta l’ora dei rinnovi. Il 30 giugno è vicino e le parti sono molto distanti, ci sarà molto da lavorare e il tempo stringe. Il mese di giugno sarà decisivo per sapere se i rossoneri possono davvero aprire un ciclo.