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Milan, Gattuso: "Ci manca l'anima"

Il tecnico rossonero: "Troppe chiacchiere, pensiamo ai fatti. E' da luglio che dite che devo andare via"

27 Apr 2019 - 14:16

Il Milan si gioca contro il Torino una bella fetta di 4° posto e qualificazione alla Champions. "Nei momenti di difficoltà abbiamo sempre avuto l'anima, oggi ci sta mancando - ha detto Gattuso - Domani giocheremo per la maglia, la carriera dei giocatori e tutto l'universo Milan". Rino indica la via "Sento troppe chiacchiere, il mio futuro e quello dei giocatori, ora basta e pensiamo solo al Milan. E' da luglio che dite che me ne devo andare via".

LA CONFERENZA STAMPA "Domani giocheremo per la maglia, la carriera dei giocatori e tutto l'universo Milan. Ci stiamo giocando tanto, veniamo da un momento negativo e sono giuste le critiche che stiamo ricevendo. Domani giochiamo contro una squadra che ricorda l'Atalanta, hanno caratteristiche simili. Serve forza fisica e brillantezza, c'è il dovere di fare meglio".

La squadra è con le spalle al muro.
"Nei momenti di difficoltà abbiamo sempre avuto l'anima, oggi ci sta mancando. si può anche giocar male ma con la sofferenza ed il cuore uscirne, oggi invece manca. Ci siamo impantanati su questa cosa, ci serve l'anima".

Come si ritrova l'anima del Milan?
"In questo momento dobbiamo essere uniti, non pensare al nostro orticello, ma ragionare solo come una testa sola. Troppe chiacchiere sul futuro di alcuni giocatori e del mio. Ora basta e pensiamo solo al futuro del Milan".

E' questa la gara più importante?
"In caso di vittoria può tornare il sorriso, ma poi mancheranno altre 4 partite. Dobbiamo pensare alla gara di domani, che è difficile. Loro sono in salute, hanno grande mentalità e serve farsi trovare pronti".

Un patto negli spogliatoi per queste ultime 5 giornate può aiutare?
"Siamo spenti, è un dato di fatto. Basta chiacchiere, dobbiamo fare i fatti".

Sembra che la squadra sia stanca.
"Nelle partite che stiamo giocando, noi siamo sempre vivi a livello fisico e corriamo sempre. Rivediamo l'atteggiamento di testa e come scendere in campo".

Punterai ancora su Suso?
"Vediamo domani, ma io scommetto su tutti i miei giocatori. I fischi li abbiamo presi tutti, non solo il ragazzo".

Quali dettagli faranno la differenza nella lotta per il 4° posto?
"La voglia di saper soffrire farà la differenza. Nelle ultime partite tutti faticano, anche nelle gare facili, infatti sembra il 'ciapa no' per il quarto posto. Andrà in Champions chi non molla".

Manca un Gattuso all'interno della squadra.
"Io penso di saper gestire lo spogliatoio. Giocatore e allenatore sono due cose completamente diverse e il mio ruolo è cambiato. Quando dico che il primo responsabile sono io è perché mi assumo tutte le responsabilità. Vedo una squadra che si dà le martellate da sola, che pensa troppo. Dobbiamo essere bravi a mettere tutti i ragazzi per andare al massimo, ora qualche giocatore non sta benissimo e lo stiamo pagando".

Tutti i giocatori sentono la maglia del Milan come dovrebbero?
"Queste sono chiacchiere da bar. Tutti sanno l'importanza della posta in palio, nessuno gioca per farlo apposta o per fare dispetti. Il Milan non si giocava la Champions da anni, invece sento che non vale niente e che ci divertiamo. Ma non è così. È vero, abbiamo pregi e difetti, ma serve rispetto per questi ragazzi che stanno dando tutto, e ci può stare anche un momento negativo. Però non posso trovare parole dispregiative. C'è un Gattuso in rosa? Per una vita mi avete detto che non potevo giocare al Milan, poi la leadership non si acquista. Non vai al supermercato e dice 'vendimi 10 euro di leadership'. Ci vuole tempo, un percorso ed ognuno di loro sta portando il loro pezzo per costruire qualcosa. Non servono scenate, siamo in gruppo".

Il momento di crisi è arrivato dopo il derby. Quanto hanno influito le tue parole 'tra due mesi dirò tutto'?
"È da luglio che mi dite che non sono più l'allenatore del Milan, un giorno c'era un nome e l'altro uno diverso. In questo momento non stiamo giocando un buon calcio, siamo in difficoltà a livello di testa e non arrivano i risultati. Però la squadra sente chiacchiere ogni giorno, si è fatta l'abitudine...".

Questo Milan è in grado di difendere il 4° posto?
"Viste le ultime prestazioni ti direi di no, ma il calcio è strano. In questo momento dobbiamo andare alla ricerca di lucidità e tranquillità, ragionando da squadra. Facciamo di tutto per stare uniti, poi vedremo i giudizi a fine stagione. Chiudiamoci a riccio e facciamo il nostro dovere".

Pensi che la squadra, in caso di insuccesso, abbia la forza per rincorrere?
"Abbiamo il dovere di farlo, so che tutti i ragazzi ci stanno male come ci sto male io e i tifosi a casa. Domani bisogna andare a Torino e fare una gara con attributi, voglia e mentalità".

Come hai visto Bakayoko dopo gli episodi di razzismo di mercoledì?
"L'ho visto bene, quello che è successo in Coppa è stato tutto documentato con foto e immagini. Che il giocatore vuole andare via lo sento da voi giornalisti, lui sta bene in Italia ed ha fatto una stagione importante. Sono d'accordo con Reina, siamo nel 1800 ma non tutte le persone allo stadio la pensano allo stesso modo. Sono episodi che fanno male, ma Bakayoko l'ho visto bene, già era stato avvertito, si è comportato in un modo incredibile e non ha mai perso la testa".

Il Milan sembra non avere un'anima ha detto a inizio conferenza. Deluso da qualche giocatore?
"Io sono deluso da me stesso, perché un allenatore deve trasmettere tutto ai suoi giocatori. Mi aspettavo di entrare in modo più forte nelle teste dei miei giocatori, perché si può sbagliare a livello tecnico ma non deve mai mancare la voglia di soffrire. Sono più deluso da me che dai miei giocatori".

C'è chi parla di Milan rassegnato.
"Mi conoscete da vent'anni, mi fa sorridere questa roba qua. Io devo stare tranquillo, lucido, le sceneggiate le facevo da giocatore ma ora il tempo è finito. Sono deluso perché non riesco a fare qualcosa di diverso, ad entrare nella testa dei giocatori, il resto va bene così. Se qualcuno pensa che ho mollato, non è assolutamente vero".

Paquetà salvatore della patria?
"Non può salvare tutti da solo, deve essere accompagnato dalla squadra. È un giocatore che ci ha dato una grandissima mano, ma ha bisogno del collettivo".

E' uno stimolo in più affrontare la terza difesa del campionato?
"È uno stimolo affrontare una squadra così, con una delle migliori difese del campionato. Ieri abbiamo fatto il primo allenamento facendo recuperare le energie, oggi proveremo quello che vogliamo fare domani".

Sono cambiati allenatori e schemi, ma il fattore comune è il mancato rifornimento adeguato agli attaccanti.
"Per come vogliamo giocare, l'attaccante deve essere in grado di attaccare lo spazio anche senza palla. Poi non è vero che a Piatek non arrivano i palloni, contro la Lazio abbiamo fatto dei cross ma ne abbiamo presi comunque pochi. Ad inizio stagione Higuaín toccava moltissimi palloni e sembrava una mezza punta, se la manovra è fatta in modo corretto si può sempre creare qualcosa negli ultimi venti metri. In questo momento però fatichiamo a far male agli avversari, sicuramente in questo momento l'attaccante deve essere funzionale a come giochiamo".

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