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L'INTERVISTA

Milan, Giroud: "Il mio sogno è diventare campione d’Italia"

L'attaccante francese si racconta ai microfoni di Europe 1: "Derby? In tre minuti ho capovolto tutto, è una di quelle partite che segnano una carriera”

20 Mar 2022 - 18:48
 © Getty Images

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Con Ibra prima ai box e poi utilizzato con il contagocce, nelle ultime partite Olivier Giroud ha trascinato il Milan in testa alla classifica a suon di gol pesanti come macigni, a cominciare dalla doppietta nel derby che ha riaperto il campionsto e fatto entrare il numero 9 francese nei cuori di tutti i tifosi rossoneri: “In tre minuti ho capovolto tutto e ho fatto esplodere i nostri tifosi, è stata un’emozione incredibile che non dimenticherò mai. È una di quelle partite che in una carriera contano”.

L'attaccante francese adesso ha un solo obiettivo in mente: "Ora il mio sogno è diventare campione d’Italia con il Milan - ha dichiarato nel corso di una lunga ai microfoni di Europe 1 - Mancano nove partite (intervista realizzata prima del match con il Cagliari, ndr) per realizzare qualcosa di importante per il Milan dopo alcuni anni senza trofei. Abbiamo il sostegno incondizionato dei tifosi che mi hanno accolto bene. C’è anche la semifinale di ritorno in Coppa Italia contro l’Inter. Il club non ha mai ottenuto questo doppio successo. La strada è ancora lunga, stiamo andando passo dopo passo, ma sarà in bilico fino alla fine".

Durante la sosta Giroud non andrà in nazionale ("110 presenze e 46 gol. Ho battuto Platini, Papin e Trezeguet. È stata una benedizione, anni straordinari con alti e bassi"), mentre Ibrahimovic sì e l'ex Chelsea ha parlato così del suo rapporto con lo svedese: “È fantastico, una persona con un carisma e una personalità straordinari. Può sembrare molto duro, impressionante e talvolta intimidatorio, ma è una persona normale che ha questo amore per il calcio e per gli standard di alto livello. Lo trasmette ai giovani, occupa molto spazio, ha questo ruolo di fratello maggiore, proprio come me. E’ stata un’occasione potersi affiancare a uno dei giocatori per cui tifavo quando ero più giovane. Quando ho iniziato, era già nei grandi club. I miei amici mi hanno regalato una sua maglia quando era a Barcellona. È una persona con cui parlo molto. È un’occasione per competere con lui per riuscire a segnare gol e portare il meglio alla squadra. Non importa chi gioca, ciò che conta è essere decisivi. Dimostra che anche a 35 o 40 anni puoi continuare a giocare".

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