L'allenatore e il Pipita da pilastri a principali accusati del flop rossonero
Il Milan torna a casa da Atene con il morale sotto terra, un'eliminazione dolorosa e tanti, troppi, dubbi sul futuro. Perché la sconfitta contro l'Olympiacos mette soprattutto in discussione quelli che sarebbero dovuti essere i pilastri, fuori e dentro il campo, su cui basare la squadra. Gennaro Gattuso e Gonzalo Higuain, infatti, sono i principali indiziati di una stagione finora nera, quando invece la nuova società contava su di loro per il rilancio.
Soprattutto sul "Pipita" visto l'investimento fatto in estate: 18 milioni di euro subito, che per un prestito oneroso non sono certo noccioline, più altri 36 per un diritto di riscatto che ai tempi sapeva tanto di obbligo, in particolare nei confronti di un giocatore come l'argentino, che tutto voleva tranne che essere trattato come un giocatore di passaggio. Adesso, però, anche il suo riscatto potrebbe finire in discussione. Perché il rendimento è ben al di sotto delle aspettative. Non soltanto per il numero di gol (solo 7 finora, quando allo stesso punto della stagione ne aveva realizzati prima 10 e poi 11 nei due anni con la maglia della Juve), quanto per l'apporto globale dato alla squadra. Da leader a oggetto misterioso, con tanto di assenze per infortunio e squalifiche. Insomma, sembrano passati decenni dal record di marcature col Napoli, ma anche dalle prestazioni da guerriero che a Torino lo vedevano rientrare in difesa per aiutare i compagni. Quasi che lui stesso si sia già pentito di aver accettato il Milan e che aspetti soltanto maggio per cambiare aria, magari con la spintarella della stessa società.
Non c'è un clima tanto migliore attorno a Gattuso, intendiamoci. Buona parte dei tifosi sembrano averlo scaricato (il 60% dei nostri lettori lo indica come inadeguato) e già in estate era stato vicino all'addio dopo che, con il cambio di proprietà, l'ombra di Antonio Conte gli aveva fatto capire che non tutti erano convinti di proseguire con lui. Adesso, con il fardello di risultati deludenti (anche se a essere onesti la classifica dice che il Milan è ampiamente in corsa per un posto nella prossima Champions League) e scelte tecnico-tattiche spesso poco convincenti, si è tornati indietro di qualche mese. Molto difficile pensare a un esonero in corsa, ma quasi sicuramente a fine stagione ci sarà la separazione. Farlo adesso avrebbe poco senso, a meno che nelle prossime tre partite con Bologna, Fiorentina e Frosinone non ci sia un tracollo.