L'advisor di RedBird parla al posto del tecnico, volato in Portogallo per i funerali di Pinto Da Costa
Il Milan si prepara ad affrontare il Feyenoord nel match di ritorno dei playoff di Champions League, con l'obiettivo di ribaltare l'1-0 maturato a Rotterdam all'andata. A presentare la sfida non c'è Sergio Conceiçao, volato in Portogallo per i funerali di Pinto Da Costa, storico presidente del Porto nonché suo mentore. Al posto del tecnico, al fianco di Tomori, Zlatan Ibrahimovic: "Domani sarà diversa rispetto all'andata - le sue parole -. Con 80 mila tifosi milanisti, più quelli in tutto il mondo che spingeranno la squadra. Io sono un vincente e voglio portare risultati, fare cosa che rimangano nella storia".
LA CONFERENZA
Sull'importanza di San Siro
"Prima di rispondere, ci tengo a specificare che è una situazione rara che io sia qua. L'allenatore era in Portogallo, ma sta arrivando. Per domani i nostri tifosi sono importanti. Loro hanno avuto il vantaggio dei loro tifosi a Rotterdam. Domani sarà una partita molto diversa, con 80mila milanisti, non solo quelli allo stadio ma anche quelli in tutto il mondo. Spingeranno la squadra, poi chi va in campo deve prendere questa carica per fare il più possibile ed essere pronti".
Sugli alti e bassi della squadra
"Come ho detto una settimana fa l'importante è che i momenti bassi siano più alti possibili. Essere sempre al top tutti i giorni non è facile, ma ci stiamo provando. Se nel lungo una squadra ha i momenti di down più alti possibili è quella la squadra che vincerà. È una cosa su cui stiamo lavorando, essere sempre presente e tirare fuori la mentalità da vittoria: è quello che stiamo creando in questo gruppo. Poi comunico tutti i giorni con i giocatori, cerchiamo di trovare soluzioni, parliamo con l'allenatore anche, ma non deve essere una cosa ripetitiva, se dici tutti i giorni a tua moglie che la ami poi perde di significato. Devi dimostrarlo con i fatti, non solo con le parole".
Su cosa attendersi dalla squadra
"La squadra domani deve essere concentrata, aggressiva e più concreta rispetto all'andata. Devono entrare in campo pensando che sia come una finale. L'importante è vincere, anche se è ovvio che vuoi giocare bene. Siamo sotto di un gol, dobbiamo fare risultato per passare. Ognuno deve spingere il compagno e farlo essendo concentrato. È una cosa collettiva che inizia con qualche individualità. Anche chi è in panchina deve spingere, è tutto collegato al collettivo. È questo che fa un gruppo e fa squadra".
Sulle sue emozioni da dirigente
"Per me personalmente è importante. Sono un vincente e voglio portare risultati. Non cerco di fare cose che non rimangano nella storia, cerco di fare la differenza per scrivere la storia. E il Milan è un Club che scrive la storia. Chiunque lavora nel Milan è qui per fare la stessa cosa. Se vinci porti i trofei, questo è il Milan. Se guardi la storia del Milan in Champions vedi che ha scritto la storia della competizione. Vogliamo continuare a fare questa cosa. Noi da fuori spingiamo chi va in campo. Siamo il Milan e dobbiamo continuare a portare risultati e scrivere la storia. Domani è come una finale".
Sugli acquisti di gennaio
"Ci aspettiamo tanto dai nuovi acquisti. Sono già presenti, Walker ad esempio è un giocatore presente. Non è uno che deve crescere, lui deve portare risultati. Così come Joao, che invece può crescere. Gimenez può crescere e diventare ancora più forte, come Bondo e Sottil. Il club si aspetta tanto dai nuovi acquisti. Ho già detto a tutti di prendere il loro spazio, questo serve alla squadra: qualcosa di nuovo che sposti un po' l'equilibrio ed è quello che stanno facendo. Come diceva Galliani, i giocatori devono solo pensare al calcio, al resto ci pensiamo noi. Gimenez è un killer d'area di rigore, sta là davanti alla porta, ma deve anche correre, col mister se non corri non giochi. Nell'ultima partita è stato al posto giusto al momento giusto. Poi i palloni possono arrivare da tutte le parti, anche da Mike. Deve stare lì, concentrato e metterla dentro".
Sulla sua vicinanza alla squadra
"Se andiamo a guardare all'estate e le conferenze con i nuovi acquisti io c'ero. Parlavo con Fonseca tutti i giorni, non solo io ma tutto il management. Oggi è una situazione rara, così come dopo la partita col Verona. Non è che sia cambiato qualcosa. Stiamo lavorando, tutti abbiamo le nostre responsabilità. Stiamo facendo di tutto per aiutare il Milan a fare il Milan".
Sul campionato e la corsa al quarto posto
"Ogni settimana i risultati cambiano. Noi siamo concentrati su di noi. Pensiamo una partita alla volta, come se tutte fossero una finale. Secondo me chi sta davanti a noi sta facendo di tutto per esserci, sarà una battaglia fra tutti, fino all'ultimo. Tutti sono pericolosi, dobbiamo battere tutti".
Su Jimenez e la recompra del Real
"In estate dicevo che era il vice Theo. Poi con pazienza è arrivato e ora è presente. C'è questa clausola per il Real, abbiamo un buon rapporto con loro, a oggi non ci sono discussioni. È un giocatore importante per noi. Lui in estate era al Milan Futuro e se parliamo di Milan Futuro oggi abbiamo Camarda, Jimenez, Bartesaghi, Torriani, Zeroli che è andato a Monza, Cuenca che è andato al Genoa, Stalmach che è andato in Germania... Liberali ha debuttato. Questa era la nostra strategia per il Milan Futuro. In Jimenez crediamo, vogliamo dare spazio ai nostri talenti. Mi dispiace che non sia in lista Champions, c'erano solo tre cambi, ma dall'anno prossimo sarà in Lista B".
Su Cardinale e le sue aspettative
"Con Gerry si parla tutti i giorni, è molto coinvolto e carico. Vuole il successo col Milan. Dà forza a tutti quelli che lavorano qua, dà fiducia. Stiamo lavorando, stiamo facendo il più possibile per portare questi risultati. È molto coinvolto, molto sul pezzo. Ti dà spazio per essere te stesso e fare il tuo lavoro, ma in cambio vuole risultati".
Sul momento di Theo
"Questi momenti sono speciali per i calciatori, è tutto su una partita, come una finale. Se hai l'opportunità di giocare queste partite te la godi in maniera diversa. Ognuno ha il suo approccio per tirare fuori il meglio. Poi dipende dal carattere. Io ero concentrato, non mi serviva la scaramanzia. Avevo fiducia. Quando decidevo di fare bene entravo e facevo bene. Theo non è più ragazzino, ora è cresciuto ed è diventato tra i migliori al mondo. Quando sono arrivato io era un ragazzino, ora no. Sa cosa deve fare per tirare fuori il massimo. Deve trovare il 'trigger point' per arrivare al livello più alto. È difficile, devi trovare sempre questi pulsanti per caricarti. È il giocatore che entra in campo e deve trovare il modo per fare meglio. Il mio era di essere arrabbiato. Per questo ero arrabbiato, non era personale. Era per fare bene".
Su Leao e i suoi compiti in campo
"Tutti parlano di Leao, tutti chiedono di dirgli come giocare. Per noi è tra i più forti al mondo: come glielo spieghi come deve giocare? Lo sai lui, per questo è tra i più forti al mondo. Poi puoi indirizzarlo tatticamente, ma come deve giocare non glielo spieghi. È lui che ti spiega come deve giocare. C'è un motivo se lui è al Milan ed è uno dei più forti al mondo. Mi hanno chiesto una cosa su Leao nell'ultima partita, ma tranquilli, sa lui cosa fare con la palla o meno".
Sulla possibilità di aggiungere giocatori italiani alla rosa
"Noi abbiamo cercato giocatori italiani, solo che non siamo riusciti a chiudere. Sottil l'abbiamo preso. Vogliamo giocatori italiani, ma ogni situazione è diversa. Noi cerchiamo di portare i migliori giocatori al Milan. Quando sei al Milan nessuno ha il posto garantito, c'è sempre uno di fianco a te che può prendere il tuo posto. E se non c'è allora lo si porta da fuori, italiano o straniero. Noi cerchiamo profili che possono stare al Milan. Ci sono tanti grandi giocatori, ma quando giochi davanti a 80 mila persone è diverso. Ho visto tanti giocatori che non sono riusciti a giocare al Milan, poi sono andati in altre piazze e hanno fatto bene. Quando sei al Milan devi portare i risultati. Per questo i giocatori del Milan diventano leggende: perché portano risultati e trofei. Abbiamo occhi su tanti italiani".
TOMORI: "IN CAMPO CON LA VOGLIA DI VINCERE, SAPPIAMO COSA FARE"
Anche Fikayo Tomori è intervenuto in conferenza: "Dobbiamo arrivare in campo con l'atteggiamento giusto e la voglia di vincere che abbiamo sempre. Sappiamo che non abbiamo giocate come volevamo l'andata, ma domani sappiamo bene cosa fare: vincere con due gol di scarto. Siamo pronti e carichi per vincere. Noi come una squadra e come difensori scendiamo in campo ogni partita con l'obiettivo di non prendere gol e domani siamo già sotto di uno. Sappiamo bene le qualità che abbiamo, ma se prendiamo un gol non dobbiamo perdere la concentrazione e credere in quello che stiamo facendo. Alla fine sappiamo che dobbiamo e vogliamo vincere, dobbiamo essere concentrati per ottenere ciò che vogliamo".
Il centrale inglese ha anche parlato del connazionale Walker: "Io e Kyle parliamo sempre. Ha portato un po' di calma ed esperienza: credo che tutta la squadra conosca le sue qualità e i trofei che ha vinto, siamo contenti di averlo con noi. Quando dice qualcosa tutti ascoltano, sappiamo il giocatore che è. Non è come Ibra (ride, ndr), ha un modo di fare diverso, ma sta crescendo ancora in questa squadra: da quando è arrivato ha fatto un gran lavoro".
Poi il discorso si è spostato sul mercato: "Io ho sempre detto che mi sono sentito a casa qua: nulla è cambiato. So che ogni mercato ci sono dei club e delle persone che ne parlano: io ero e sono concentrato su cosa devo fare qua. È un orgoglio e un piacere indossare questa maglia: non ho avuto nè sentito la voglia di andare via. Finché mi vogliono resto qua".
Per lui nessun problema a sostenere i Fab Four in attacco: "Il mister dice sempre che se giochiamo a 3, 4 o 5 l'obiettivo è sempre lo stesso: vincere. Per farlo devi correre e lottare, fare di tutto per vincere. Noi andiamo sul campo e i titolari vanno in campo per vincere la partita. Se ne abbiamo 3, 4, 7 o 10 davanti è solo per vincere".
Infine ha spiegato cosa migliorare rispetto alla gara d'andata: "Dopo la partita abbiamo parlato tra di noi ma non abbiamo visto le immagini perché avevamo il Verona: oggi sono sicuro che guarderemo la partita dell'andata per vedere le cose che non abbiamo fatto bene. I loro attaccanti hanno fatto una buona partita, con aggressività nei duelli e profondità con la palla. Dobbiamo vedere cosa possiamo migliorare. La cosa più importante per me è focalizzarci su cosa fare noi meglio".