Contestazione a San Siro dopo il pareggio con il Genoa che spegne le speranze scudetto poco prima di Natale
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Doveva essere un giorno di festa per il Milan e il suo popolo e invece domenica 15 dicembre passerà alla storia anche come il giorno della grande contestazione. Già nel corso della cerimonia la Curva Sud non aveva risparmiato i fischi a Zlatan Ibrahimovic e Giorgio Furlani, le menti dietro al Milan di Fonseca, e al triplice fischio di Guida tutto lo stadio ha salutato l'uscita dal campo di Leao e compagni con una bordata di fischi che non ha risparmiato proprio nessuno, dai giocatori al club passando per l'allenatore. "Questa società non ci merita" hanno urlato gli ultras, stanchi di una squadra che continua a perdere punti e che già prima di Natale è virtualmente fuori dalla corsa scudetto.
La contestazione del tifo organizzato è continuata anche fuori dallo stadio. La Curva Sud ha esposto uno striscione chiaro e facilmente interpretabile: "Società Milan: vi abbiamo aspettato e sostenuto a oltranza, della vostra mediocrità ne abbiamo abbastanza. Dirigenti incapaci, società senza ambizione. Non siete all’altezza della nostra storia". Una frustrazione che è stata probabilmente amplificata anche dalle tante leggende che hanno partecipato alla cerimonia: vedere Van Basten, Gullit e Rijkaard, eroi del grande Milan di Sacchi e Capello, e tutti i trofei conquistati nel passato e poi vedere lo spettacolo offerto dai rossoneri attuali è stato davvero troppo anche per il tifoso più pacato e ottimista.
Fonseca, con l'appoggio del club, ha mandato in panchina Theo Hernandez e Calabria (nemmeno entrati a gara in corso), ma la mossa non ha avuto effetti su una squadra troppo prevedibile e che ha creato problemi al Genoa solo quando è riuscita a ripartire in verticale. Fofana e Reijnders si sono confermati imprescindibili, mentre la maggior parte degli altri compagni non riesce a trovare continuità di rendimento. I pochi applausi della serata sono stati riservati ai giovani, gli unici che non hanno colpe del progetto finora fallimentare: Jimenez è stato addirittura il migliore dei suoi, Liberali è ancora un po' acerbo così come Camarda, salutati però con grande affetto al momento del cambio.
Certo, con un pizzico di fortuna in più (vedasi la traversa di Morata), il Diavolo avrebbe anche potuto conquistare i tre punti, ma la sostanza difficilmente sarebbe cambiata. Soprattutto la frattura tra club e tifosi appare insanabile ("Ci avete rotto il cazzo", "Noi non siamo americani" i cori che si sono levati nel finale), visto che la contestazione non ha risparmiato nemmeno un idolo come Ibrahimovic. Il Milan rimane ancora in corsa sia in Champions League che in Coppa Italia, ma senza l'apporto dei tifosi difficile pensare a un epilogo positivo.