Ultimi dieci giorni per riconfermare il dt e Massara: proseguire insieme sembra scontato, ma vanno chiariti alcuni punti importanti
di Alessandro Franchetti© Getty Images
Il tempo adesso stringe e non si tratta solo di mettere nero su bianco i rinnovi di Maldini e Massara dati forse troppo precocemente per scontati. Il tempo stringe perché nel frattempo il mercato si muove e le trattative, messe abbondantemente al sicuro, sono finite per tornare a rischio. Parliamo di Botman, ovviamente, con l'accordo per il passaggio al Milan, almeno con il calciatore, c'era già da gennaio. E di Renato Sanches, per il quale gli uomini mercato rossoneri hanno lavorato duramente in queste settimane trovando un'intesa che il rilancio del Psg può mandare all'aria.
Ma andiamo con ordine e torniamo al punto focale, vale a dire alla conferma dell'area tecnica. Nelle scorse settimane dalla proprietà (vecchia) era filtrato grande ottimismo sulla questione. Un ottimismo che, all'improvviso, aveva fatto dimenticare lo sfogo di Paolo Maldini alla Gazzetta. All'ottimismo di Elliott si erano tra l'altro aggiunte le parole più che distensive sulla questione di Gerry Cardinale, il nuovo numero uno "in pectore" - dato che il closing deve ancora arrivare - del Diavolo. Insomma, i rinnovi di Maldini e Massara, in scadenza il prossimo 30 giugno, sembravano una formalità e dalle ultime notizie pare che si vada verso un contratto di due anni con opzione sul terzo. Ma è davvero così? Al momento non ci sentiamo di sbilanciarci in posizioni alternative a quella che sembra la più logica. Il che, tradotto, significa che settimana prossima dovrebbero arrivare queste benedette firme. Il dovrebbero, però, è quanto mai d'obbligo, perché la premiata ditta che ha costruito brillantemente un Milan capace di riconquistare lo scudetto dopo 11 anni, ha, giustamente anche qualche condizione da mettere sul tavolo. Ad esempio: quale sarà la reale autonomia nella gestione dell'area tecnica? Chiariamo: questo non è uno dei punti, questo è il punto. Da qui non ci si muove. Quindi rinnovo sì, ma con le dovute rassicurazioni.
Paolo Maldini si è sempre cucito addosso il ruolo di garante nei confronti dei tifosi rossoneri. Lo ha ribadito di recente alla Gazzetta e lo sbandiera fieramente per la storia che lega lui e la sua famiglia al Diavolo. Vuole continuare a rappresentare al meglio la società, ma vuole, anche, che tutte le carte siano messe sul tavolo. Quindi autonomia, come detto, ma anche budget e progetto. Il resto, l'intesa resa pubblica da Cardinale, fa parte di uno spartito che ha un senso solamente nella realtà quotidiana dei fatti. Non solo: i tentennamenti di questi giorni, dopo mesi di grande lavoro nel tentativo di rinforzare la squadra, hanno innervosito non poco la MM. Non tanto perché restano appese a un filo trattative chiuse da tempo, quanto, piuttosto, perché la possibilità che non vadano in porto dopo essere state definite nei dettagli altro non è che il filo lungo di una piccola incomunicabilità con i vertici che ha prima lavorato al passaggio di società in gran segreto e poi tirato il freno a mano quando era il momento di portare a casa i primi rinforzi. Il Milan di Maldini e Massara, con il benestare di Stefano Pioli, era impacchettato da settimane. Senza la firma sui contratti, però, la "consegna" non è andata a buon fine e oggi, anche se dovessero effettivamente arrivare i rinnovi, la corsa ai vari Botman e Sanches (Origi lo daremmo per scontato, anche perché a costo zero) sarebbe più che in salita. Fatto sta che il tempo per speculazioni e indiscrezioni sta per finire. La settimana è questa, non si scappa: tra dieci giorni le parole saranno per forza di cosa finite e quel che resterà da vedere sarà solamente chi sarà domani a occuparsi del nuovo Milan.