Il tecnico non pensa a lasciare dopo la Juve, ma è un uomo tutto d'un pezzo e...
Con quello che si è sentito negli ultimi giorni, guai a escludere qualcosa. Ma Pioli non lascerà il Milan. Non adesso e non per sua decisione. E' questo quello che rimbalza dal club rossonero e, tutto sommato, c'è da crederci. Perché? Semplice, perché nonostante la situazione societaria, diciamo così, "rivedibile", il tecnico ha stabilito in questi mesi un rapporto forte e stretto con la squadra, che lo segue e lo sostiene. E perché, questo è più che evidente, i risultati del suo lavoro si stanno cominciando a vedere eccome. E poco importa se i risultati restano alterni: se c'era un modo per costruire qualcosa con questa squadra, la strada tracciata da Pioli era la sola possibile.
Quindi no, Pioli non darà le dimissioni. Anche se c'è l'altra parte di questo discorso di cui non si può non tenere conto. Domani sera, o al più tardi il giorno dopo, l'avventura di Zvone Boban al Milan arriverà al capolinea. Potrebbe finire così, ma l'addio di Maldini, amico e stretto collaboratore del croato - che lui stesso ha scelto - diventerebbe all'ordine del giorno. Il che, è superfluo specificarlo, priverebbe Pioli del terreno su cui il suo Milan è nato. Via le persone che lo hanno scelto e difeso e avanti fino a giugno con la certezza di essere poi sostituito. Pioli - ribadiamo, persona estremamente seria -, potrebbe anche accettare di portare a compimento il suo lavoro per il bene della squadra. Ma potrebbe, e allora sì che avrebbero senso eventuali (e inattese) dimissioni, anche decidere di andarsene insieme a quel pezzo di società con cui sta e stava lavorando.
A oggi, però, l'eventualità è da escludere. Non è nei pensieri di Pioli e non sarebbe giusto per una squadra che, tra mille difficoltà, sta cercando di trovare le forze per inseguire un posto in Europa e, magari, strappare un biglietto per la finale di Coppa Italia. Il resto, le chiacchiere, le indiscrezioni, le supposizioni, sono semplicemente un pezzo minuscolo del mondo calcio. Fanno parte del giochino e hanno il peso che hanno. Perché, a furia di pensare al futuro, ai dirigenti e al tecnico che verrà, non si dimentichi che le uniche certezze arrivano dal campo.