Il tecnico a Genova si gioca tutto, ma la sua media punti non è incoraggiante...
Mancano più di 2 mesi a Natale e già, dalle parti di Milano, si parla di Giampaolo che forse non arriverà a mangiare il panettone. Gli serve una vittoria a Marassi per non entrare in un ristrettissimo club rossonero di cui fanno parte soltanto Oscar Tabarez e Fatih Terim, unici allenatori nella storia del Milan arrivati in estate ed esonerati prima dell'appuntamento col tradizionale dolce natalizio.
L’attuale ct dell’uruguay arriva al Milan nel 1996 per sostituire Capello. La rovesciata di Paquale Luiso che il 1° dicembre al Garilli regala il 3-2 al Piacenza gli costa la panchina, con la squadra all’11° posto a -7 dalla Juve. Altri tempi: quel Milan non si accontenta dei piazzamenti. Sette punti dalla vetta sono troppi, 6 ko nelle prime 21 partite stagionali (oggi digeribili) sono intollerabili. Via Tabarez, torna Sacchi, ma la magia dei suoi primi anni rossoneri non si ripete: Milan subito fuori dalla Champions dopo ko in casa contro il Rosenborg, undicesimo alla fine di un campionato in cui resta scolpito l’umiliante 1-6 di San Siro contro la Juventus.
Nel 2001, dopo un Capello bis, Zaccheroni e una parentesi con Cesare Maldini e Tassotti, Berlusconi e Galliani affidano la squadra a Fatih Terim, considerato un mago dopo la Coppa Uefa vinta nel 2000 con il Galatasaray. L’Imperatore non è un vero flop: viene mandato via a inizio novembre dopo un ko in casa del Torino, nonostante due sole sconfitte in 14 partite stagionali e 4 vittorie su 4 in Coppa Uefa. Oggi sarebbe considerato profeta in patria rossonera, allora no. Il feeling con Berlusconi non decolla e poi c’è libero un allenatore che in via Turati non vogliono farsi sfuggire. Si chiama Carlo Ancelotti, sostituisce il turco e riporterà il Milan in cima al mondo.
Il punto, oggi, è che Terim e Tabarez, con 2 e 1,47 punti a gara, stavano facendo decisamente meglio di Giampaolo, che viaggia alla media di 1 punto a partita...