Per tempistiche e cautela, difficile che il portiere rientri prima del nuovo anno. Deschamps tiene la porta aperta per i Mondiali
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Quella di Mike Maignan non è una ricaduta ma al Milan, questo, cambia poco. L'infortunio al soleo della gamba sinistra, la stessa da cui il portiere aveva appena recuperato dalla lesione al gemello mediale del polpaccio, impone cautela: per questo i "10 giorni prima di una nuova valutazione", come da comunicato ufficiale, sembrano mettere una pietra sopra al 2022 con la maglia rossonera. Per la Francia e Qatar 2022, invece, resta una speranza: il ct Deschamps lascerà una porta aperta al 27enne che, pur con tutto l'amore per i colori milanisti, logicamente sogna lo stesso di giocare il suo primo Mondiale in carriera.
SITUAZIONE MILAN - Nei prossimi dieci giorni il Milan avrà Monza, Dinamo Zagabria e Torino e, a stretto giro di posta, il Salisburgo a chiudere il girone di Champions League. Contando comunque qualche altro giorno per riprendere la giusta forma, a essere molto ottimisti Maignan potrebbe anche rientrare il 13 novembre contro la Fiorentina, ultima partita prima della sosta mondiale. La vera domanda è: a chi converrebbe? Se anche la gamba fosse ok, i rossoneri non potrebbero comunque più schierarlo fino a inizio gennaio; in caso di ricaduta, sarebbe compromessa la partecipazione ai Mondiali del giocatore.
SITUAZIONE FRANCIA - Ecco perché tutto porta a pensare che il Milan riabbraccerà Maignan solo nel 2023, lasciando eventualmente al classe 1995 la decisione di andare lo stesso in ritiro con la nazionale transalpina, ovviamente d'accordo con Deschamps e i medici rossoneri. Saltando l'esordio della Francia, previsto il 22 novembre con l'Australia, l'occasione giusta potrebbe essere il 26 contro la Danimarca: vorrebbe dire avere un mese per recuperare al meglio, archiviare questo doppio infortunio e ripartire con entusiasmo grazie al prestigio della competizione più importante per poi riprendersi la titolarità della porta del Milan che in queste settimane continuerà ad affidarsi a Tatarusanu.