Il responsabile dell'area tecnica rossonera: "Mi piace essere garanzia per ogni milanista: non sono la persona per un progetto non vincente"
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Nemmeno il tempo di digerire la sbornia della festa scudetto, che in casa Milan scoppia una inattesa bomba e a sganciarla, sorprendentemente, è Paolo Maldini nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport. Il responsabile dell'area tecnica rossonero parla senza filtri, molto diretto come sua abitudine, e non risparmia critiche: "Io e Massara siamo in scadenza e non abbiamo rinnovato - dice -. Per il percorso fatto e la vicenda Rangnick trovo poco rispettoso che l'a.d. (Gazidis, ndr) ed Elliott non si siano neppure seduti a parlare, dico solo a parlare. Perché loro potrebbero dirci 'Il vostro lavoro non è stato abbastanza buono per continuare' o può essere che io dica 'La vostra strategia non mi piace'. A me piace essere una sorta di garanzia per il milanista". "Io non sono la persona giusta per fare un progetto che non ha un'idea vincente. Non potrei mai farlo. La realtà è che la proprietà non si è mai seduta al tavolo e questa cosa non va bene".
Uno sfogo in piena regola che segue giorni in cui dalla proprietà era filtrata la chiara intenzione di rinnovare tutta la dirigenza. Il delicato periodo di passaggio dai Singer a RedBird ha però evidentemente portato a un rallentamento, che Maldini ha gradito molto poco. "Da mesi - continua infatti la bandiera rossonera - ci siamo mossi sul mercato ma in questo momento non abbiamo disponibilità economica per questo salto di qualità anche perché siamo in fase di passaggio". E ancora: "Tre big ci permetterebbero di aprire un ciclo, con una strategia di alto livello possiamo competere in grande".
E forse è proprio questo il succo del discorso. Maldini non pare gradire la linea, ipotizzata di continuità, del fondo gestito da Gerry Cardinale. Sperava in un cambio di marcia, nella possibilità di muoversi più liberamente e di investire ad alto livello e, invece, le informazioni ricevute devono averlo convinto che il lavoro sarà sempre lo stesso: ricerca di giovani talenti da valorizzare nella speranza di pescare il jolly buono per competere con le super-potenze della Champions. Jolly, però, che non si può trovare sempre.
"Oggi - spiega infatti - con visione strategica di alto livello il Milan potrebbe competere con le più grandi. Se si sceglie al contrario una visione di mantenimento, senza investimenti, senza idee da Milan, il rischio è quello di rimanere nel limbo. La proprietà, Elliott o la prossima, chiuda il triennio e capisca la strategia che vuole per futuro". Il messaggio è insomma chiarissimo e i destinatari anche. La palla a questo punto passa nelle mani di Elliott, RedBird e Ivan Gazidis, con i quali ci sarà certamente un confronto nei prossimi giorni. Intanto il contratto di Maldini e Massara non è ancora sul tavolo e il rischio che a questo punto possa non esserci - o non essere accettato - potrebbe diventare alto.