Subita la sfuriata iniziale, i rossoneri con cinismo hanno trovato il prezioso vantaggio da difendere al Maradona
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Il Milan ha scelto il momento giusto per interrompere la singolare statistica degli ultimi sei incontri contro il Napoli: prima di ieri, aveva sempre vinto la squadra in trasferta mentre i rossoneri di Stefano Pioli hanno sfatato il tabù nella serata più importante, quella che mette un primo mattoncino sulla qualificazione alla semifinale di Champions League. Una partita condotta con saggezza, fatti salvi i primi venti minuti in cui il Milan è sembrato fin troppo sorpreso dalla vitalità degli azzurri: una volta retto il colpo e sfiorato più volte lo svantaggio, la squadra è riuscita a chiudere sempre di più le linee di passaggio agli avversari, trovando il gol da difendere al Maradona per poi subire il giusto (Maignan decisivo) in una ripresa che ha portato in dote anche la notizia dell'assenza di Kim e Anguissa nel match di ritorno.
Il risultato è diverso nei numeri rispetto al 4-0 in campionato al Maradona ma Pioli ha sfruttato idee già messe in pratica una decina di giorni fa, a partire dalla doppia catena di esterni. Bene Calabria - con l'aiuto di Krunic - su un appannato Kvaratskhelia che è sembrato quasi intristito dopo aver sprecato un'ottima occasione a inizio partita, benissimo Theo e Leao dall'altra parte visto che Di Lorenzo e Lozano non si sono praticamente mai visti a livello di combinazioni e discese.
E poi c'è un'altra grande prestazione di Brahim Diaz: resta negli occhi la giocata che ha portato al gol di Bennacer (uscito stremato dopo 65' a schermare Lobotka), ma più in generale è risultato imprendibile in ogni zona del campo per il Napoli, anche se nel finale, spostato trequartista puro, ha perso un po' di incisività. A livello di singoli, impossibile non citare il solito ottimo Maignan.
Tatticamente la gestione del match è stata all'altezza della sfida. Vero, il Milan all'inizio e alla fine di partita avrebbe potuto prendere gol ma non concedere proprio nulla a una squadra come il Napoli era impensabile. Nei restanti 60 minuti, però, i rossoneri hanno fatto valere pazienza, cinismo e sacrificio. La pazienza a non concedere spazio a Kvara-Lozano, lasciando Elmas - già in difficoltà perché forzatamente fuori ruolo - isolato e costringendo Lobotka e Zielinski a trotterellare in zone pericolose del campo; il cinismo nel capire quando rinculare e quando ripartire, quando pressare con una sorta di 4-3-3 e quando invece lasciare Tonali e Diaz a dirigere i giochi; infine il sacrificio, come quello mostrato da Bennacer su Lobotka o quello di Krunic in raddoppio su Kvara o ancora quello di Giroud per regalare più spazio a Leao.
Guai però a pensare a un match di ritorno in discesa. Vero che Kim e Anguissa saranno squalificati, vero che Osimhen sarà tutto fuorché nella miglior forma ma un gol è troppo poco per poter già fantasticare su un possibile euroderby in semifinale (discorso che vale anche per l'Inter, sia chiaro) anche perché il Napoli - non nel suo miglior momento stagionale - ha dimostrato di essere pericoloso anche senza il suo giocatore migliore: in questo senso la delicata trasferta di Bologna può essere un buon modo per tenere alta l'attenzione verso martedì prossimo.