Il tecnico rossonero sul futuro del direttore dell'area tecnica: "C'è ancora tanto lavoro da fare"
Stefano Pioli parla da fresco campione d'Italia e tocca alcuni dei temi più caldi di casa Milan, a partire dal futuro del direttore dell'area tecnica, Paolo Maldini: "Per ottenere un risultato così importante tutte le componenti hanno dato il massimo - ha detto nel corso di un'intervista a Che tempo che fa -. In una stagione poi ci possono essere delle opinioni differenti, ma abbiamo sempre affrontato ogni discussione con l'obiettivo di crescere e migliorare. Sarà così anche questa volta, perché c'è ancora tanto lavoro da fare".
Tra i contratti di cui discutere c'è anche quello di Zlatan Ibrahimovic: "Sta meglio, non vedeva l'ora di fare questa operazione, ha sofferto per tanti mesi. Zlatan ci ha aiutato a crescere, ci ha dato quella mentalità e quella convinzione che poi è riuscito a trasmettere a tutti i suoi compagni. Se ci sarà l'anno prossimo? È la persona più intelligente e più simpatica che conosca nel calcio. Spero e mi auguro che resti. Lui si è operato per poter continuare a giocare. Spero che resti perché ha ancora tanto da dare".
Fiducioso anche su Rafael Leao: "Posso dire che è un grande giocatore. Se rimane al Milan? Credo proprio di sì per quello che so io... Poi non sono né il proprietario né uno dei dirigenti. Mi auguro di lavorare ancora tanto con lui, anche perché ha ancora tanti margini di miglioramento".
Poi ha ripercorso la stagione, concentrandosi su uno dei momenti più difficili: "La sconfitta nel debry di Coppa Italia: volevamo andare avanti nella competizione. Il calendario però era il più difficile, poi le abbiamo vinte tutte. Eravamo partiti senza essere i più forti, ma lo siamo diventati. Io nel cuore dei tifosi? L'esperienza più gratificante al Milan è che i loro mi hanno accettato per quello che sono. Io metto tutto me stesso in quel che faccio e l'amore dei tifosi mi ha riempito di gioia".
Pioli ha riflettuto anche sul suo lavoro coi giovani: "Il club ha dimostrato grande capacità di programmazione e i giocatori si sono continuamente messi in discussione nel lavoro. La politica del club ha dato risultati importanti e credo che bisogna continuare su questa strada. Lavorare coi giovani è bellissimo perché ti mantengono più giovane, anche se non è semplice perché è un'altra generazione rispetto a noi. Sono ragazzi molto fortunati, ma poi ognuno ha le proprie debolezze e le proprie paure ed è bello aiutarli per farli diventare uomini un po' più completi".
Infine un pensiero per il collega Carlo Ancelotti, fresco campione d'Europa col Real Madrid: "Carlo è una leggenda. La sua capacità di entrare nella testa e nel cuore dei calciatori è incredibile. Complimenti ad Ancelotti".