Anche in piena emergenza la squadra di Pioli non ha perso la propria identità e ha giocato alla pari coi campioni d’Italia. Aspettando Ibra…
Le cose belle, si sa, prima o poi finiscono. Il Milan cade a San Siro contro la Juventus e dice addio alla lunghissima striscia d'imbattibilità in campionato (27 partite), ma la sensazione, nonostante la sconfitta, è che la prova offerta contro i campioni in carica non potrà fare altro che rafforzare le convinzioni e la fiducia della squadra di Pioli, che ha saputo andare oltre l’emergenza e ha dimostrato che nelle prime quattro può starci eccome. Fino alla fine.
Sette assenze (Rebic e Krunic per Covid, Tonali squalificato, Gabbia, Bennacer, Saelemaekers e Ibrahimovic infortunati) sono state davvero troppe per reggere l’urto con la Juve, ma finché ne ha avuto le forze il Milan ha giocato alla pari con i bianconeri soffrendo solo gli scatti di Chiesa, imprendibile anche per un deludente Theo Hernandez. Nonostante le defezioni e la forza dell’avversario, i giovani del Milan sono rimasti a lungo in partita e hanno confermato che la squadra ha un’identità precisa, ma la Juve aveva troppi uomini di qualità in più (Kulusevski e McKennie nei venti minuti finali sono un lusso) e nella ripresa ha meritato la vittoria.
Il Milan quindi cade in piedi. La prima sconfitta dopo 304 giorni non ridimensiona affatto la squadra di Pioli, che mantiene la testa della classifica ed esce se possibile rafforzata dalla sfida di San Siro. I rossoneri hanno coraggio, entusiasmo, un gioco collaudato e tanta personalità: quella che di certo non manca a Davide Calabria, che gol a parte (non era mai riuscito a farne due in una stagione) ha giocato un’ottima partita, seppur fuori ruolo, confermandosi uno dei pilastri della squadra.
“È normale che ci siano rimpianti, perché la partita l'abbiamo fatta anche se non c'è stato un risultato positivo. Dobbiamo valutare la gara sia in termini positivi che negativi perché ci sono state situazione su cui potevamo fare meglio", ha detto Pioli dopo la partita. Tradotto: non c’è tempo per abbattersi, sabato si torna già in campo e contro il Torino dell’ex Giampaolo sarà ancora una volta emergenza, anche se c’è qualche piccola speranza per il recupero di Ibra: "Sta meglio, la prossima partita è tra tre giorni. Credo che a Cagliari ci sarà" ha detto il tecnico.