Batosta per i rossoneri che infilano il secondo ko consecutivo tra Serie A e Champions: la rincorsa agli ottavi è in salita
di Arturo CalcagniChe l'impresa a Parigi fosse missione ardua era cosa nota, di uscire con le ossa rotte dal Parco dei Principi meno. Il Milan saluta Parigi con ormai le certezze ridotte al lumicino, e la sensazione di star vivendo una mini-crisi: della squadra brillante, spensierata e a tratti spumeggiante di inizio stagione non c'è più traccia. I passi indietro, specialmente sul fronte offensivo sono evidenti, e contro Mbappé si sono rivisti nuovamente i soliti difetti.
Quali? L'incapacità di creare azioni collettive pungenti, l'affidarsi alle giocate del singolo, ossia Leao, e infine la poca concretezza davanti la porta. L'immagine di Pulisic lanciato in porta da Maignan, che preferisce passare la palla a Giroud a due passi da Donnarumma è esemplificativa. In sostanza scelte tecniche e concettuali sbagliate e poca cattiveria: cose già viste, una sceneggiatura conosciuta ai tifosi rossoneri.
A proposito di sceneggiature, quella con al centro Rafael Leao sta diventando ripetitiva. Il portoghese, forse gravato dalla troppa responsabilità, è ormai eccessivamente prevedibile: soliti movimenti, soliti tentativi e poca consistenza in area di rigore. Dettagli, anzi molto di più, che non passano inosservati: la 10 pesa, se l'ex Lille vuole eleggersi a vero trascinatore deve essere più decisivo. Soprattutto in Europa, lì dove lo spunto del singolo fa la differenza. Per informazioni chiedere a Mbappé.
Leao è sul banco degli imputati, lo stesso dicasi per Stefano Pioli, criticato pure da Davide Calabria. "Siamo stati anche tanto sbilanciati, accettando l'uno contro uno contro questi giocatori" ha detto il capitano del Milan. Ecco la filosofia del tecnico parmense, ossia quella di accettare i duelli singoli non sta pagando nelle grandi partite. Il derby lo ricordiamo tutti, poi la Juve e ieri sera il Psg: emblematica la scena di Tomori tutto solo bevuto da Mbappé senza alcun aiuto.
Lo spirito offensivo di Pioli è stato a lungo il segreto del suo Milan, ma non sempre può essere applicato, specialmente se i protagonisti in campo non sono al massimo. Fare un passo indietro, anzi delle eccezioni alla regola è solo sinonimo di intelligenza. Le punizioni sono state pesanti, meglio correre ai ripari in vista del Napoli: la presunzione non porta da nessuna parte.