I due leader rossoneri subito protagonisti il nuovo mister: "Ha portato mentalità ed energia"
Partiamo da due frasi, semplici, dirette ed esplicative per il momento del Milan. La prima: "Il suo arrivo ha portato energia, c'è un cambiamento e si vede dentro e fuori dal campo. Il mister ha portato la mentalità giusta". E poi ancora: "Con Conceiçao abbiamo fatto bene in poco tempo". Parole e musica della Theao che a Riad, nella finale di Supercoppa Italiana vinta 3-2 contro l'Inter in rimonta, è tornata a dare spettacolo come ai vecchi tempi. Stiamo parlando di Rafael Leao e Theo Hernandez, i due giocatori da cui ormai da anni dipende il destino del Diavolo nel bene o nel male.
Un trofeo è sempre un trofeo, arrivato con merito o fortuna poco importa. Nella bacheca personale di Sergio Conceiçao ci sarà questa Supercoppa Italiana conquistata pochi giorni dopo essersi seduto sulla panchina del Milan. Per commentarlo si può citare anche il tecnico alla vigilia: "La fortuna bisogna andare a cercarla con il lavoro e con il coraggio". Detto, fatto. Ma se parlare di dettami tattici, impostazioni, moduli e cambiamenti dal punto di vista del gioco è quanto meno anacronistico visti i pochi giorni di calendario alla guida, quello che subito è balzato all'occhio è stata la scossa di energia che l'arrivo del tecnico portoghese ha portato al Milan che ha finito il 2024 - una settimana fa, non un secolo - completamente a terra.
Le parole, ma soprattutto le prestazioni di Leao e Theo contro l'Inter hanno aperto il dibattito anche tra i tifosi rossoneri che dopo la sbornia per un successo clamoroso per modalità e avversario si sono fatti la solita, ridondante domanda: perché? Rafa e Theo hanno messo il turbo arando la fascia sinistra come ai vecchi tempi e davanti agli occhi di Pioli in tribuna, ma sono gli stessi che nel mese di dicembre vagavano per il campo tra lo svogliato e il distratto. Perché? Questione di mentalità, appunto, ma forse proprio qui sta il primo grosso lavoro fatto da Sergio Conceiçao: lavorare sulla testa e l'orgoglio, pungere, stimolare, invogliare. E da qui il Milan deve ripartire anche quando in palio non ci sarà un trofeo e all'orizzonte non ci saranno solo sfide contro Juventus e Inter.
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Il secondo punto, invece, riguarda il carattere citato dallo stesso Conceiçao a fine partita. Battere Juventus e Inter nel giro di tre giorni non è cosa da poco, ma averlo fatto in rimonta e con una prestazione in crescendo nel secondo tempo è segnale che questo Milan la forza di volontà e la spinta emotiva ce l'ha, ma deve impararla a tirarla fuori con continuità. Anziché crollare nei momenti più difficili il Diavolo ha alzato la testa con coraggio, aggredendo anziché spegnendosi e andando a prendersi la Supercoppa Italiana. Con fortuna certo, che contro i bianconeri e i nerazzurri non è mancata sotto forma di centimetri e/o errori clamorosi, ma anche con la voglia di rinascere. Dalla Theao in primis, ma anche con Pulisic e tutti gli altri.