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ITALIA '90

Mondiali, l'arbitro della finale di Italia '90: "Avrei dovuto espellere Maradona prima del fischio d'inizio"

Edgardo Codesal Mendez torna sul famigerato "hijos de puta" rivolto dal Pibe de Oro agli italiani che fischiavano l'inno argentino

26 Apr 2020 - 15:15
 © Getty Images

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"Avrei dovuto espellere Maradona prima della finale di Italia '90, durante gli inni nazionali, per quell'insulto a tutto lo stadio". Non ha dubbi Edgardo Codesal Mendez, che l'8 luglio 1990 arbitrò Argentina-Germania, ultimo atto del Mondiale italiano, e che assistette al famigerato "hijos de puta" pronunciato dal Pibe de Oro e rivolto agli italiani che fischiavano l'inno argentino. "Se avessi applicato le regole, avrei dovuto espellerlo prima del fischio d'inizio", ha raccontato l'ex fischietto a una radio uruguaiana.

Codesal ha confermato che Diego era piuttosto nervoso: "Cercai di calmarlo, spiaceva anche a me che fischiassero l'inno argentino ma gli dissi: 'sei il giocatore più grande del mondo, non pensarci e gioca. Vedrai che ti toglierai questa spina'. Ma lui non capì e borbottò altri insulti...".

In quella finale, vinta dai tedeschi per 1-0 grazie al rigore trasformato da Brehme all'85', Codesal espulse prima Monzon e poi Dezotti, lasciando l'Argentina in 9 negli ultimi minuti. Per Maradona arrivò un giallo per proteste, che l'ex arbitro ha raccontato così: "Mi disse 'tanto lo so, è un furto della Fifa, non vuole che vinciamo e tu sei stato mandato per questo'. Avrei potuto espellerlo anche in quell'occasione.

Il rapporto con i tifosi argentini resta ancora difficile a distanza di 30 anni: "Ancora ce l'hanno con me: ricevo auspici di morte da coronavirus per i miei parenti 'ma tu devi rimaner vivo cosi' soffri di più, mi dicono. Una vera follia mentale. Ma le decisioni che presi erano giuste: il rigore alla Germania lo ridarei oggi come 30 anni fa, con o senza Var".

Il giudizio di Codesal su Maradona come giocatore differisce molto da quello sulla persona: "Gli ho visto fare in campo cose stratosferiche - ha detto - Nella partita con la Russia entrò nonostante avesse una caviglia gonfia come un pallone, ma fu il migliore in campo e decise l'incontro. Nella semifinale dell'86 col Belgio, da quarto uomo, lo vidi trascinare la squadra, non solo con le giocate: era un leader, e i suoi numeri erano incredibili. Come calciatore, massima ammirazione. Ma come persona, è una delle peggiori che abbia mai incontrato in vita mia: una persona sgradevole".

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