L'avvocato Cataliotti: "La multa è un'ipotesi immaginabile"
L'ammutinamento dei calciatori del Napoli, che si sono rifiutati di tornare in ritiro dopo il match di Champions League contro il Salisburgo, ha fatto molto rumore e rappresenta un caso anomalo per la Serie A. Sportmediaset.it ne ha parlato con Jean-Christophe Cataliotti, avvocato ed esperto di diritto sportivo. "Non ricordo assolutamente che sia accaduto qualcosa del genere nel nostro campionato - ha spiegato - Una ribellione concordata da tutti i giocatori è una cosa anomala. Nessuno si è presentato in sala stampa, non si capiscono le ragioni: è un fatto straordinario. La società senza dubbio ha subito un danno d'immagine".
Nessun dubbio sul fatto che i calciatori abbiano sbagliato. "Molti dimenticano che, sebbene godano di tanti privilegi, i calciatori sono lavoratori subordinati e devono rispondere alle regole delle società sportive. I club hanno tre tipi di potere: direttivo, di controllo e disciplinare. Il potere direttivo si concretizza nello scegliere luoghi e orari di lavoro, quindi in questo caso il Napoli poteva decidere di portare tutti in ritiro a Castel Volturno".
Ora bisogna capire cosa rischiano Insigne e compagni. "Dopo quanto accaduto la società ha facoltà di esercitare il potere disciplinare e sanzionare i calciatori. Le norme dell'accordo collettivo di Serie A sono graduate in base all'inadempimento: si va dall'ammonizione scritta fino alla risoluzione del contratto, che sono i due estremi. In mezzo ci sono la multa (massimo il 5% di 1/12° della retribuzione fissa annua lorda), la decurtazione della retribuzione e la sospensione degli allenamenti per un periodo di tempo. La pena è proporzionata alla gravità della violazione, la multa è un'ipotesi immaginabile. C'è anche la possibilità che le società possano far firmare a inizio anno dei codici disciplinari e comportamentali. Non so se ci sia in questo caso un regolamento interno, ma penso di sì. Ci potrebbe, dunque, essere una norma che regola questo aspetto".