Gli azzurri contro la Juve hanno dimostrato di possedere tante armi per potere ambire a traguardi prestigiosi
Spalletti lo aveva detto alla vigilia: “Se stacchiamo un pezzo di Kalidou per tutti è più facile”, esaltando un giocatore che per amore della maglia è tornato direttamente a Castel Volturno, dopo gli impegni internazionali, senza nemmeno passare da casa. E ancora non sapeva che avrebbe segnato il gol vittoria alla Juve. Anche la storia di Anguissa è abbastanza esemplare. Arrivato alla fine del mercato, debutta con una prestazione sontuosa. Ai due grandi protagonisti va aggiunta la capacità di lettura della partita da parte di Spalletti, favorita da una rosa di altissimo livello.
Il Napoli, insomma, non è solo stato in grado di lasciare la Juve a -8 in classifica. Ha anche dimostrato che lassù ci può stare. Eccome. Nessun dubbio chi abbia "fatto", per praticamente tutti i novanta minuti, la partita. Basta osservare la percentuale di possesso palla (che nel calcio comunque conta poco) e la differenza nel numero dei calci d'angolo battuti. Eppure la disposizione difensiva della Juve è stata in grado di limitare la manovra degli azzurri. Due blocchi compatti da 4 più Kulusevski pronto ad andare a chiudere il primo centrocampista in impostazione.
Al Napoli mancavano gli spazi, l'ossigeno per sviluppare un gioco d'attacco fluido e credibile. Spalletti, però, ha letto benissimo la partita approfittando di una panchina che, nel match del 'Maradona', nemmeno si poteva paragonare a quella avversaria. Ounas ha preso il posto di un Elmas in grande difficoltà a trovare la posizione nel corso del primo tempo. I padroni di casa hanno iniziato a sviluppare una manovra posizionale con una costruzione a tre, due esterni larghi a tutta fascia (Politano e Mario Rui), due costruttori di gioco (Fabian Ruiz e Anguissa) e due trequartisti (Insigne e il nuovo entrato) nei mezzi spazi alle spalle di Osimhen. La manovra ha finalmente trovato sbocchi sull'esterno e, in più, Ounas è riuscito bene a schermare Locatelli in fase difensiva.
Se si pensa poi che, per dare un po' di respiro ai titolari ormai stanchi, Spalletti ha potuto pescare dalla panchina anche gente del livello di Lozano, Zielinski e Petagna, è abbastanza evidente la qualità dell'arsenale a disposizione dell'allenatore. Le premesse per un'ottima stagione, insomma, ci sono tutte.