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De Laurentiis, chiesto rinvio a giudizio per falso in bilancio negli affari Manolas e Osimhen

Il presidente azzurro nega ogni addebito

19 Feb 2025 - 16:15

La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, in cui si procede per il reato di falso in bilancio in relazione alle annate 2019, 2020 e 2021. Oltre al presidente del club i pm di piazzale Clodio, Lorenzo Del Giudice e Giorgio Orano, chiedono il processo per la società calcistica e per il braccio destro del patron, Andrea Chiavelli. Al centro del procedimento presunte plusvalenze fittizie nella compravendita dalla Roma del difensore Kostas Manolas nell'estate del 2019 e dell'acquisto dell'attaccante Victor Osimhen nel 2020 dalla squadra francese del Lille.

La Procura federale della Figc chiederà di nuovo alla Procura di Roma, a quanto si apprende, gli atti dell'inchiesta che hanno portato stamattina alla richiesta di rinvio a giudizio del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, per falso in bilancio. La vicenda riguarda presunte plusvalenze fittizie del club, e già nel 2024 l'ufficio guidato da Giuseppe Chinè aveva avanzato analoga richiesta, ma gli atti non erano stati trasmessi in quanto secretati per esigenze investigative.

I LEGALI: "ESTRANEO AI FATTI, INCOMPRENSIBILE PROCEDERE CONTRO IL CLUB"
Gli avvocati Fabio Fulgeri e Lorenzo Contrada, che assistono il presidente Aurelio de Laurentis e il Napoli, dichiarano che "i propri assistiti sono assolutamente estranei alle contestazioni, mosse dalla Procura della Repubblica di Roma, relative ad irregolarità di natura bilancistica risalenti agli anni 2019-2021". Per i legali "appare incomprensibile la decisione di procedere anche nei confronti della S.S.C. Napoli considerando che agli atti risultano depositati pareri redatti da consulenti tecnici e da enti terzi (Assomine) che dimostrano in modo incontrovertibile che il Napoli abbia agito in modo legittimo e rispettoso dei principi contabili italiani. Siamo estremamente convinti che il procedimento si concluderà positivamente". 

L'AFFARE MANOLAS NEL 2019
L'affare Manolas risale alla sessione del mercato estivo di sei anni fa. Una trattativa tra i due club che si concretizzò con il pagamento di 36 milioni di euro, cifra pari alla clausola rescissoria, da parte del Napoli. Una operazione che consentì una plusvalenza per le casse del club giallorosso, allora guidato da James Pallotta, di oltre 31 milioni di euro.

L'affare Manolas era già citato nell'atto di conclusione delle indagini che i pm capitolini hanno notificato nel maggio scorso alla vecchia proprietà della Roma, tra cui anche Mauro Baldissoni e altri dirigenti, nell'ambito dell'indagine sulle plusvalenze in una serie di trattative per la compravendita di alcuni giocatori tra cui Defrel, Marchizza e Frattesi, Zaniolo, Santon e Nainggolan oltre a quelle di Cristante, Tumminello, Spinazzola e Luca Pellegrini.

L'AFFARE OSIMHEN NEL 2020
La lente degli inquirenti è stata posta sul trasferimento del bomber Victor Osimhen per una cifra che superava i 71 milioni di euro. Su questa aveva avviato accertamenti anche la giustizia sportiva. Nell'aprile del 2022 è arrivato, però, il proscioglimento nei confronti sia del club che dello stesso De Laurentiis. Dal punto di vista penale il fascicolo è approdato a Roma nel giugno del 2022.

Con una serie di perquisizioni sia nella sede della FilmAuro a Roma che a Castel Volturno, dove c'è il quartier generale del Napoli, l'obiettivo era acquisire le fatture e tutta la documentazione relativa alla compravendita di Osimhen e di altri 4 calciatori (il portiere Orestīs Karnezīs e i tre "azzurrini" Liguori, Manzi e Palmieri) questi ultimi inseriti nell'affare e valutati, impropriamente secondo la Gdf, venti milioni di euro.

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