I partenopei, senza Osimhen, si appendono ancora ai propri singoli: Kvara trascina un Napoli da sbadiglio
di Arturo CalcagniDue successi di fila: in casa Napoli non accadeva dallo scorso agosto. Nella dolce notte di Champions è questa la vera notizia in casa partenopea: Di Lorenzo e compagni salutano Berlino con delle certezze in più e una qualificazione agli ottavi decisamente più vicina. A conti fatti la cura De Laurentiis sta funzionando eccome: Rudi Garcia è decisamente meno traballante sulla sua panchina. E il merito è soprattutto dei singoli, meno del gioco.
Sabato Verona, ieri sera l'Union: due avversari tutt'altro che imbattibili, ma il Napoli ha dimostrato di esserci. Di non aver mollato il proprio allenatore e di avere la consapevolezza che la stagione si può ancora rimediare dopo un avvio balbettante. Per carità, la qualità del gioco è lontana parente di quella della gestione Spalletti, tanto che all'Olympiastadion sono stati più gli sbadigli che i ghigni di soddisfazione. Per fortuna ci ha pensato Kvaratskhelia a rompere gli equilibri ed allontare Morfeo, il dio del sonno: giocata fulminea e un cioccolatino solo da spedire dentro per Raspadori. Aspettando Osimhen, il georgiano ha finalmente riacceso la luce riconciliandosi pure con il suo allenatore: degno di nota il saluto 'conciliante' al momento del cambio.
Parlavamo di Raspadori, schierato titolare ai 'danni' di Simeone: era il ballottaggio della vigilia, e Garcia ha azzeccato la scelta. Il francese, dai più individuato come il colpevole della crisi del Napoli, si è mostrato lucido: strategia perfetta anche nel finale. Quando l'ex tecnico della Roma non ha rinunciato a schierare, così come a Braga, il terzo centrale per blindare la difesa: una decisione criticata all'epoca, ma riproposta in Germania ed efficace. Segno di come Rudi stia continuando sulla sua strada nonostante tutto: il Napoli ha potenzialità, il gioco deve 'obbligatoriamente' migliorare. Intanto la chiesa è tornata al centro del villaggio: per ora basta questo.