A Empoli gli azzurri se la sono cavata soprattutto grazie alle performance di Caprile e Buongiorno, il tecnico a cerca alternative per quando Lukaku non gira
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Il day after di Empoli-Napoli consegna la squadra di Conte ancora lassù, da sola in vetta alla classifica di Serie A. Già 19 i punti conquistati, con 6 vittorie e 1 pareggio dopo il ko all'esordio col Verona. Una situazione ideale dopo 8 giornate e con all'orizzonte la porzione di calendario più complicata di tutta la stagione, visto che dopo aver ospitato il Lecce sabato prossimo i partenopei dovranno affrontare in sequenza Milan, Atalanta, Inter e Roma. Tuttavia a un'analisi meno superficiale, e proprio in vista di quel micidiale poker di impegni, la sfida del "Castellani" ha fatto emergere qualche scricchiolio su cui il tecnico dovrà necessariamente soffermarsi.
Partiamo però dalle note più positive: la difesa ha retto alla grande l'urto di una partita insidiosa e approcciata non nel migliore dei modi dalla squadra, specialmente nel primo tempo. Con Buongiorno (eletto man of the match) e Caprile sugli scudi il reparto arretrato ha confermato la propria solidità, una caratteristica che spesso fa la differenza tra le buone squadre e le squadre vincenti. La fase difensiva ha funzionato bene anche una volta acquisito il vantaggio, annullando di fatto quella verve che l'Empoli aveva messo in mostra nei primi 45' e garantendo così un preziosissimo successo di "corto muso". Con appena 5 reti subite (di cui 3 alla prima giornata) quella napoletana è la seconda miglior difesa del campionato dietro alla Juventus e da quel punto di vista, pur avendo rinunciato alla "sua" linea a 3, Conte può dormire sonni tranquilli.
L'aspetto su cui occorre certamente lavorare è invece quello della varietà delle soluzioni offensive. Qualcosa in realtà si è già visto: dopo un brutto primo tempo il tecnico leccese ha deciso di passare dal 4-2-3-1 a un 4-3-3 puro, con McTominay più a suo agio nel ruolo di mezzala e Anguissa più libero di cercare le incursioni in area. La mossa decisiva è stata però la sostituzione di uno spento Lukaku con un pimpante Simeone, che al primo pallone toccato ha posto le basi per il penalty che ha deciso la partita. Lo stesso Conte ha spiegato che dopo tre mesi di lavoro comincia a sentire di avere qualche asso nella manica in più, ma nel complesso la produzione offensiva della squadra a Empoli è stata veramente esigua. Quando Lukaku non segna e non fornisce assist trovare la via del gol diventa molto più complicato e sarà dunque fondamentale lavorare sulle alternative al belga: Raspadori ultimamente è stato un po' messo da parte (appena 3' di gioco nelle ultime 5 partite di campionato), qualche chance in più nei finali l'ha avuta Simeone, che magari non ha la capacità di lavorare di sponda di Big Rom, ma può garantire profondità centrale e magari liberare spazi sugli esterni per gli insostituibili Kvara e Politano. Per dare continuità ai risultati ottenuti fin qui, specialmente ora che arrivano i big match, servirà poter contare su tutti. A Conte il delicato compito di valorizzare ogni effettivo della rosa.