Gli azzurri si preparano per la trasferta in Veneto in un clima di serenità che stride con la crisi aperta dalla sconfitta con la Fiorentina
A Castel Volturno tutto procede normalmente, anche se si susseguono ininterrottamente i confronti tra Garcia e De Laurentiis e tra l'allenatore e il gruppo. Confronti pacati e costruttivi, nel tentativo di capire i motivi di una crisi che già serpeggiava prima di deflagrare con la sconfitta casalinga con la Fiorentina e il rifiuto di Conte di salire a bordo in corsa. Rifiuto che ha mantenuto Garcia su una panchina che sembra avere una data di scadenza.
Difficile mantenere calma e concentrazione in momenti come questi e la trasferta di Verona non sembra uno degli appuntamenti più semplici, date le premesse. L'assenza di Osimhen, poi, complica ulteriormente le cose. A Garcia non mancano le alternative, visto che può contare su due sostituti di alto livello e con caratteristiche diverse, a seconda che si voglia puntare su una specie di falso nueve (Raspadori) o su un attaccante puro (Simeone). Non ci sarà nemmeno Anguissa, mentre il viaggio intercontinentale e il fastidio rimediato contro il Brasile di Olivera, fanno pensare a Mario Rui titolare sulla sinistra in difesa.
Ci sono però altre ipotesi che potrebbero stimolare Garcia a rivedere la disposizione dei suoi. La possibilità, per esempio, dei due trequartisti alle spalle dell'unico attaccante (Kvara e Raspadori in posizione più accentrata dietro a Simeone), o addirittura a una formazione molto più offensiva con l'ex Sassuolo trequartista, Politano e il georgiano sulle fasce in un 4-2-3-1 con Zielinski spostato sulla stessa linea di Lobotka. Nel caso si prosegua, invece, con il centrocampo a tre, sarà Cajuste a sostituire Anguissa.
Certo, i numeri che etichettano i sistemi di gioco ormai contano poco o nulla, ma è anche vero che tante volte nella storia del calcio un cambiamento tattico, anche casuale o dettato dall'emergenza, è stato la scintilla che ha fatto ripartire una squadra in difficoltà.