Capitan Lorenzo Insigne ha un conto aperto con la squadra viola
Napoli-Fiorentina dalle parti di Fuorigrotta non è mai un incrocio banale. È la partita del primo storico scudetto, 10 maggio 1987 Maradona, Carnevale, Giordano e Napoli campione d'Italia. La sfida con la Viola ha un significato particolare, ai giorni nostri, anche per Lorenzo Insigne l'ultimo simbolo, fatto in casa, di questo Napoli.
Del resto con la Fiorentina il capitano ha un conto aperto unico, tra gioie e dolori. A cominciare dalla finale di Coppa Italia 2014 vinta all'Olimpico di Roma 3-1 con una sua doppietta per quello che è il primo dei suoi tre trofei azzurri esposti nella teca personale, accanto a un'altra Coppa Italia e a una Supercoppa italiana.
Con la Fiorentina poi ci ha lasciato un ginocchio, che fece crack nel novembre 2014 al Franchi. Lacrime di dolore e disperazione, una lunga riabilitazione, per tornare in campo dopo quasi cinque mesi.
La Fiorentina poi è la squadra cui ha segnato di più in carriera: 11 reti tra campionato e Coppa Italia, la prima in Serie A, all'ottava giornata del torneo 2015/16: il Napoli vince 2-1 in una partita meravigliosa per intensità e qualità del gioco, uno vero e proprio spot del calcio spettacolo da esportare in tutto il mondo.
Insigne e la Fiorentina per l'ultima volta faccia a faccia domenica al Maradona. Il capitano a fine campionato volerà in Canada, lascerà Napoli dopo 10 stagioni vissute sempre in prima pagina, sotto una lente d'ingrandimento ingigantita dal fatto di essere napoletano. Il 22 maggio svestirà la maglia del suo cuore e si toglierà la fascia di capitano, gesti che vuole fare da campione d'Italia. Si comincia con la Fiorentina, il suo bersaglio preferito, come in quel 10 maggio 1987 con la Fiorentina il Napoli vinse il suo primo storico scudetto.