Le parole del tecnico in conferenza fanno discutere. Il retroscena: nervosismo dopo aver saputo dell'infortunio di Neres
Ormai si sa, è quasi banale dirlo: Antonio Conte non è allenatore da pari e patta, in campo (ha la media punti più alta in Serie A come tecnico) così come nelle dichiarazioni. La scelta di Aurelio de Laurentiis a inizio stagione è stata consapevole, dopo un'annata troppo brutta per essere vera, appena 365 giorni dopo aver vinto il terzo scudetto: serviva la scossa, l'uomo forte e ambizioso, quello che se deve dire qualcosa che può far male sul momento ma, alla distanza, serve a far crescere il progetto, non si tira indietro. E il Napoli, così come Napoli, ha iniziato a conoscerlo.
Ha rivoltato la squadra, le ha ridato motivazioni e la sta tenendo in corsa per lo scudetto fino alla fine. Ma non dimentica i suoi principi, così ieri, prima del Monza, ha ricordato come "in questi mesi ho capito che a Napoli certe cose non puoi farle. Non vorrei passare per bugiardo o per qualcuno che dice cose che poi vengono disattese". Il discorso partiva dalla cessione di Kvara a gennaio, il pensiero va dunque a inizio stagione quando aveva detto che Napoli non può essere meta di passaggio, cosa che nel caso del georgiano è avvenuta. E poco prima della conferenza aveva saputo dell'infortunio di Neres, come girare il coltello nella piaga. Le sue parole davanti ai giornalisti non erano pianificate ma motivate dalla cattiva notizia appena ricevuta, quindi è difficile fare uno più uno e individuare con certezza "le cose che a Napoli non si possono fare". Lottare stabilmente per lo scudetto? Non rendere la piazza di passaggio? Fare mercati importanti e nei momenti giusti (e non, per dire, inseguire Garnacho e Adeyemi per poi prendere Okafor dopo l'addio di Kvara)?
Di sicuro sono parole che hanno diviso i tifosi, in molti sui social hanno mostrato segni di insofferenza dopo un'annata a livello sportivo molto alta - Coppa Italia a parte - ma piena di parole e dichiarazioni pesanti a livello psicologico. "Basta lamenti", "Se vuoi andare alla Juve o al Milan, dillo senza giri di parole", "Che pesantezza" e "Vai pure, il Napoli esisterà anche dopo di te" si legge a corredo delle parole di ieri in conferenza. C'è però anche chi sta dalla parte di Conte: "Ha ragione, è colpa della società che non investe", "Voleva dire che rinnega quando aveva detto che lottare per la Champions sarebbe stato difficile (e invece si gioca lo scudetto, ndr)" o "Vuole solo il bene del Napoli".
Resta poi un ultimo dubbio: non è che Conte ha cercato di togliere pressioni dalla squadra facendo parlare di sé, in modo che i giocatori si concentrino solo sulla corsa scudetto? Una tattica che l'allenatore ha già attuato altre volte, quando allenava Juve e Inter (ma pure in Nazionale) per esempio, che però si scontra con le ricostruzioni di diversi quotidiani che scrivono di parole uscite di pancia per la situazione Neres, non pianificate.
Ora si attende la prossima puntata, magari proprio dopo la gara di oggi di Monza, quanto mai delicata per la classifica ma, forse, pure per il futuro azzurro del tecnico.