Il paragone con un anno fa è impressionante ma il presidente De Laurentiis ha scelto di non procedere col ritiro forzato
Quando Spalletti ha deciso, dopo uno scudetto storico, di lasciare la panchina del Napoli, qualcuno poteva pensare a una stagione più complessa rispetto a quella del terzo tricolore. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare, però, il disastro di quest'anno con tre allenatori cambiati, 31 punti in meno in classifica, 10 partite perse, 50 gol fatti (contro i 69 dell'anno dello scudetto) e, soprattutto, i 41 subiti rispetto ai 23 della scorsa stagione, dopo 33 partite di campionato.
Empoli è stata l'ultima stazione di una Via Crucis che dura dallo scorso agosto. Il Napoli ha perso due delle ultime quattro gare di campionato ed era da venticinque anni che non subiva gol per dodici partite di fila. Tanto per allungare la lista di numeri impietosi. La contestazione dei tifosi al Castellani, con Di Lorenzo chiamato sotto il settore riservato agli ospiti, e la prosecuzione della protesta al rientro della squadra in sede, sono state ulteriori tappe di un weekend da dimenticare. De Laurentiis, che ha provato a risvegliare la squadra nell'intervallo, ha preferito evitare provvedimenti punitivi non procedendo col ritiro forzato (sarebbe stato il secondo stagionale dopo quello di gennaio quando c'era ancora Mazzarri in panchina) paventato nelle scorse ore anche perché c'era disaccordo nel gruppo.
Per capire la situazione degli azzurri basta leggere quanto riportato dall'edizione napoletana di Repubblica: "Sono volati di nuovo gli stracci nello spogliatoio dello stadio Castellani e ci sono stati pure in campo dei gesti inaccettabili di insofferenza tra i giocatori, in un clima da tutti contro tutti. Natan è stato sostituito quasi a furor di popolo nell’intervallo, nel vano tentativo dei compagni di trasformarlo in un capro espiatorio. Gli azzurri però sono stati inguardabili pure nel secondo tempo e dal naufragio non si è salvato nessuno, neppure chi è subentrato a gara in corso. Nemmeno l’ombra di una reazione, nonostante lo svantaggio".