Il numero uno degli azzurri: "Non siamo più quelli dello scudetto? I conti si fanno alla fine"
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Prima la foto con Florentino Perez, postata in segno di "una lunga e profonda amicizia con il Real Madrid", poi quell'idea di fare del Maradona uno stadio "come il Bernabeu, utilizzabile sette giorni su sette e 24 ore su 24. Date a me lo stadio e in un anno lo porto al top in Italia". Aurelio de Laurentiis tra presente, la gara contro i merengues, e futuro, toccando come sempre i temi più delicati sul tavolo. Dalla questione stadio, delicata ed evidentemente troppo complicata in Italia, fino al decreto crescita con invito annesso al Governo: "Speriamo che i politici non lo aboliscano - dice -, altrimenti l'europeizzazione va a farsi benedire".
Ma lo stadio, si diceva: "Se lo juventino Gaetano, primo cittadino di Napoli, uscirà fuori dal legame che lo attanaglia al consiglio comunale e me lo venderà, in un anno lo faccio diventare lo stadio più bello d'Italia. Se i consiglieri odiano il Napoli e non sono allineati con la popolazione, abbiamo la Reggia di Caserta, Pompei. O da una parte o dall'altra, tanto Napoli era un regno duecento anni fa, non è che la Campania non si identifichi con Napoli. Il presidente della Regione è dalla mia...".
Dallo stadio a una stagione da rimettere in sesto dopo il passaggio da Garcia a Mazzarri: "Il Napoli non è mai cascato ma ha avuto qualche inciampo. Da qui a dire che non siamo più quelli dello scudetto ce ne passa, sono dell'idea che i conti si fanno alla fine dopo coppe e campionato. Il Napoli lo abbiamo amato con Sarri, con Spalletti, ma anche con Ancelotti, con Mazzarri che è il primo che ci ha fatto fare salti di gioia in Europa...".