Il brasiliano nel mirino dopo l'errore contro il Cagliari: scattano le riflessioni sull'operato del club azzurro dopo l'addio di Spalletti
di Arturo CalcagniL'errore da matita rossa di Juan Jesus a Cagliari è ancora negli occhi dei tifosi del Napoli e non solo. Pure Calzona, chiamato per rimettere assieme i cocci alla disperata, è deluso: temeva la trasferta sarda, ma dopo il vantaggio pensava che la strada fosse in discesa. E invece no: i problemi dei Campioni d'Italia, ormai lontanissimi pure dalla Champions League, sono profondi. Vengono da lontano, specialmente dal mercato estivo. E Juan Jesus ne è in qualche modo lo specchio: a conti fatti è stato lui l'erede di Kim. E no, non doveva andare così.
Per carità, lungi da noi prendercela dal brasiliano ex Inter: nell'ultima (fortunata) stagione di Spalletti, il centrale ha totalizzato 1'253 minuti in campo confermandosi un'ottima alternativa. Fin qui invece ha già superato quota 1'800: numeri da titolare che certificano la bocciatura di Natan. Ossia colui che doveva sostituire Kim, uomo cardine del Napoli scudettato. Segno tangibile di come sul mercato estivo qualcosa (eufemismo) non ha funzionato. Gli altri arrivati? Cajuste non ha affatto brillato, Lindstrom invece si è visto davvero poco.
Tanto ci sarebbe da dire sulla gestione dei 'senatori', alcuni rimasti con la consapevolezza che, molto probabilmente sarebbe stato il loro ultimo anno: in primis Zielinski e Osimhen. Proprio i senatori non sembrano aver fatto sentire sino in fondo l'appoggio a Rudi Garcia prima e Mazzarri poi: da capire come se la caverà il buon Calzona. Calzona che sembra avere anch'esso la data di scadenza. Tanta, troppa la confusione, aumentata dai movimenti sul mercato di gennaio: dei nuovi solo Ngonge (e in parte Mazzocchi) ha fatto vedere qualcosa. L'obiettivo è dare un senso al finale di stagione, poi sarà rivoluzione. Questa volta per davvero.