La sconfitta contro l'Atalanta ha evidenziato i problemi di approccio in trasferta degli azzurri
Se Pescara e Genoa erano stati piccoli campanelli d'allarme la prima sconfitta stagionale del Napoli, in casa dell'Atalanta, risuona a Castel Volturno come un'assordante sirena. Se tre indizi fanno una prova la squadra di Sarri soffre di una sindrome da piccole che peggiora lontano dal San Paolo. Niente calcio di spettacolare, giocate prevedibili e già sette punti persi sono tutti sintomi che Sarri dovrà guarire prima che possano peggiorare.
Gli effetti del resto sono ben noti a tutti nell'ambiente partenopeo perché il problema trasferte contro le cosiddette piccole non è certo una novità, nemmeno per uno dei tecnici più apprezzati del nostro calcio. Nella scorsa stagione proprio in questo modo il Napoli perse punti importanti nella corsa a due con la Juventus e se il buon giorno si vede dal mattino anche in questa stagione potrebbe diventare un problema serio. Tra Pescara, Genoa e appunto Atalanta, sono già sette i punti lasciati sul campo con i bianconeri già alla prima fuga stagionale al mese di ottobre.
La capacità di Sarri dovrà essere quella di trovare il nocciolo della questione e risolvere il problema il prima possibile. Migliorare l'approccio alla partita e apportare qualche cambiamento tattico a una squadra che di fronte a squadre chiuse ma aggressive perde di spettacolarità ma soprattutto di efficacia, specchiandosi in un possesso palla poco utile ai fini del risultato e decisamente prevedibile. Un'altra storia rispetto a quanto si ammira spesso e volentieri davanti al proprio pubblico o nei big match.
Insomma, vincere e convincere è un marchio di fabbrica del Napoli di Sarri ma non deve diventarne un limite riconosciuto da tutti. Al momento lo è, gli azzurri vivono una sorta di maledizione contro le piccole, ma la risposta può venire solo dal lavoro sul campo. Perché vincere divertendo è bellissimo, ma farlo anche quando non tutto riesce alla perfezione è tremendamente più importante.