La ricetta di Spalletti per annichilire il Liverpool vicecampione: pressing alto e doppia soluzione offensiva, esterna o centrale
E pensare che Luciano Spalletti non l'ha definita la miglior partita in assoluto del suo Napoli... Eppure il 4-1 con cui gli azzurri si sono liberati del Liverpool, una delle formazioni più forti del mondo e finalista dell'ultima edizione di Champions, è il manifesto programmatico di una squadra che può davvero andare lontano. Sempre che riesca a mantenere la concentrazione per nove mesi, senza i cali mentali che sono costati molto la scorsa stagione.
Il Napoli di quest'anno, nuovo di zecca, ha più soluzioni rispetto a quello che, pur avendo in più Koulibaly, Insigne, Fabian Ruiz e Mertens, giusto per fare nomi, è caduto a pochi metri da uno sprint finale che avrebbe potuto riportare lo scudetto sotto il Vesuvio un trentennio dopo l'era di Re Diego. La partita con il Liverpool lo ha dimostrato nel modo migliore. Oltre alla circolazione di palla con ricerca degli spazi utili per risalire il campo, il Napoli 2.0 ha un'arma letale, già vista in qualcuna delle prime partite di quest'anno: la ricerca immediata della profondità. Contro Klopp, il guru del calcio ipercinetico fatto di aggressione, riaggressione ed esplorazione scientifica delle tracce verticali, Spalletti ha inibito le armi dell'avversario lasciandogli un inutile possesso di palla e rendendogli complicato il pressing, visto che, una volta conquistato il pallone, gli azzurri hanno cercato subito di andare oltre la linea difensiva rossa.
Con esterni come Kvaratskhelia e Politano (che poi ha lasciato il posto a Lozano) e, soprattutto, Osimhen in posizione centrale, la soluzione in verticale è quella più logica, soprattutto contro chi mantiene alta l'ultima linea. Poi c'è un centrocampo che sembra uno dei meglio assortiti del nostro calcio, con la lucida regia di Lobotka, la capacità di rubare palloni e di ribaltare l'azione con gli inserimenti chirurgici di Anguissa e uno Zielinski che sa sdoppiarsi diventando un trequartista in fase di attacco posizionale. Con l'arretramento dei due esterni offensivi il Napoli ha poi una cerniera di centrocampo difficilmente superabile. Certo, il Liverpool di questo inizio di stagione non sembra un test particolarmente probante, se si considerano tutti i passi falsi da un mese a questa parte. Ma la maturità della squadra di Spalletti può davvero far pensare che questo possa essere l'anno in cui puntare ai traguardi più alti.