Calzona può convincere De Laurentiis a tenerlo anche grazie a partite come il posticipo del Maradona
E' arrivato, ha pareggiato con il Barça, si è fatto raggiungere a tempo scaduto dal Cagliari in trasferta e ha travolto il derelitto Sassuolo del traghettatore Bigica. Il bilancio di Francesco Calzona è ancora acerbo per spingerci a valutazioni assolute, ma è vero che De Laurentiis sta pensando che magari, anche per la prossima stagione, non sarebbe così assurdo proseguire con lui. E' ancora presto per qualsiasi progetto, ma non c'è dubbio che sia rimasta negli occhi di tutto il mondo azzurro la serie di giocate che, soprattutto a Reggio Emilia, ha fatto intravedere il fantasma di Spalletti tra le brume del Mapei.
Calzona non c'era nel 5-1 di un anno fa, la partita che, in pratica, toglieva ad Allegri qualsiasi velleità di scudetto. C'era però nelle tante sfide del periodo sarriano quando, con l'aiuto del drone, mostrava alla linea difensiva come si possa far muovere quattro persone con sincronia scientifica. Il lavoro sul campo è il suo pane e gli ultimi giorni è stato il punto focale dell'attività a Castel Volturno, unito a sedute video per scandagliare nel profondo il gioco della Juventus.
Magari l'Europa che conta sarà lontana ma nel calcio non si sa mai e, anche prescindendo dalla classifica, fare bella figura con i bianconeri secondi, gli autentici rivali della storia del Napoli da quasi 100 anni, sarebbe la benzina giusta per lo sprint finale della stagione che prevede, oltretutto, anche la possibilità di restare in Champions con una buona prestazione al Camp Nou.
Ora però la testa è tutta a Vlahovic e compagni con la certezza di poter, piano piano, riportare a galla i concetti inculcati da Spalletti a una squadra che giocava a memoria. Tutto il mondo del calcio si è chiesto come sia stato possibile vedere il Napoli fare dei passi indietro così clamorosi in soli pochi mesi. Calzona ha il compito tattico-psicologico di riportare alla luce i principi di gioco ancora presenti nell'inconscio collettivo ma sepolti sotto le insicurezze dei troppi passi falsi stagionali.
Il nuovo tecnico ha dato una rispolveratina a un gruppo che certe logiche le ha nel proprio DNA ed ecco che il tridente ha ripreso a funzionare, la riaggressione è diventata continua così come certe combinazioni e associazioni naturali tra i singoli. Di suo ci ha anche aggiunto la fiducia a Traoré, il centrocampista ivoriano in prestito dal Bournemouth e sostituto del separato in casa Zielinski, che dovrebbe partire titolare anche con la Juventus, e la scelta di Olivera, che sembra aver soppiantato Mario Rui a sinistra. In mezzo torna Juan Jesus, difeso a spada tratta dal tecnico dopo gli insulti che si è preso per il gol subito a Cagliari, mentre per il resto spazio alla squadra-tipo, quella dello storico terzo scudetto, con Raspadori pronto a rimpiazzare Politano sulla fascia destra a partita in corso.