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L'ANALISI

Nessuno ferma il Napoli, ottava vittoria di fila anche senza turnover

Il successo di Empoli conferma la forza della squadra di Spalletti che ora può puntare al record di punti in campionato

26 Feb 2023 - 09:51

Qualunque giudizio sul cammino stagionale del Napoli rischia di finire nella retorica o nel già detto. Ci si potrebbe affidare ai numeri, allora. Ma anche questi non spiegano tutto anche se parlano, nero su bianco, di 8 vittorie di fila e di 65 punti su 72 disponibili in campionato, un dominio che, negli ultimi anni di Serie A, si è visto solo con la Juve di Capello nel 2005/06 (campionato poi cancellato da Calciopoli), con quella del record di punti (102) di Conte nel '13/'14, con l'Inter di Mancini del '06/'07 e con la Juventus di Allegri del '18/'19. Tutte dominatrici con partner contemplativi di una superiorità quasi imbarazzante. 

Come è ovvio, però, c'è di più. E quel di più nasce da un'estate in cui la coppia Giuntoli-De Laurentiis ha messo in piedi una formazione che sembrava inferiore a quella dell'anno prima, e l'ha consegnata a un allenatore che ha trovato la sintesi perfetta delle idee che lo hanno portato nell'empireo dei tecnici nostrani. Del Napoli si apprezza il bello che si unisce al concreto. Fosse facile lo farebbero tutti, ma la stagione degli azzurri arriva da lontano, da idee che si aggiornano e si adattano alle qualità dei giocatori. La capolista sa fare tutto. Può lasciare l'iniziativa agli avversari per poi schiantarli con palloni in verticale per la velocità di Osimhen e Lozano, profondità cercata con azioni preparate (come quelle sui tagli o sulle corse dritto per dritto dell'esterno destro o quelle che portano fuori un centrale per lasciare il nigeriano in uno contro uno con un solo difensore), può pressare alto e ripartire a uno-due tocchi, sfruttare l'abilità nel dribbling di Kvara sulla sinistra, utilizzare gli esterni bassi dentro al campo o in ampiezza, occupare spazi tra i giocatori avversari (e non solo tra i reparti come sostiene Spalletti), come quando si vedono gli inserimenti profondi in piena area di chi arriva da dietro.

Il Napoli, insomma, ha mille armi, tra qualità individuali e una maturità collettiva fuori dal comune. Gli scudetti sono corse a tappe e la gestione delle forze è fondamentale. Non solo ricorrendo al dosaggio delle energie, visto che a Empoli, per esempio, è andata in scena la formazione tipo, con i cambi arrivati sono nei venti minuti finali dopo l'espulsione di Mario Rui. Si possono risparmiare le forze anche gestendo la partita, senza forzare troppo, segnando subito e poi rifiatando. Proprio questa capacità di sapersi muovere secondo copioni e stili diversi rende il Napoli inarrestabile. Il bel gioco da solo non è mai bastato. Certo, serve a saziare la pupilla degli esteti, ma per le competizioni lunghe si deve sapere anche mostrare registri differenti, anche perché nel calcio attuale gli avversari ti studiano e sanno trovare le contromosse. Accorgimenti che, al momento, contro questo Napoli non sembrano funzionare. Ora inizia il conto alla rovescia e, forse, al momento opportuno, si riuscirà davvero a capire e ad apprezzare fino in fondo un'impresa destinata a entrare nella storia del nostro calcio.  

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