Il tecnico non ha parlato di futuro alla prima cena organizzata dopo lo scudetto. Ma lo staff sta iniziando a preparare il prossimo ritiro
La prima delle cene organizzate dal Napoli per festeggiare lo scudetto non ha portato novità concrete in merito alla permanenza o meno di Luciano Spalletti sulla panchina azzurra. Aurelio De Laurentiis ha ribadito a mezzo stampa di aver esercitato l'opzione per trattenerlo sulla panchina e l'allenatore ha risposto ringraziando pur lanciando una frecciatina. Il rapporto tra i due è da riconsolidare con un confronto che potrebbe arrivare a stretto giro di posta anche se il presidente vorrebbe far passare ancora qualche giorno prima di vedersi. Come scrive il Mattino per De Laurentiis la questione contratto non è all'ordine del giorno, visto che l'opzione unilaterale (esercitata via Pec dal club nei giorni scorsi) era inserita nell'accordo che il tecnico aveva accettato due anni fa.
Ieri nel centro di Napoli è andata in scena la prima cena organizzata dallo staff azzurro, presenti i giocatori, presente il vice presidente Edo De Laurentiis e presente ovviamente Spalletti - osannato anche a Castel Volturno nel pomeriggio dai 50 bambini arrivati a vedere l'allenamento verso Monza - che però non ha parlato di futuro, neppure con i calciatori. Il tecnico 64enne vuole capire i piani della società, anche perché sa che in Europa potrebbe scatenarsi una sorta di domino delle panchine e qualche offerta di prestigio se la aspetta, magari per un'avventura in Premier League.
D'altro canto ci sono segnali, anche forti, sulla permanenza di Spalletti. Arrivano dal suo staff che sta organizzando per metà giugno i sopralluoghi a Dimaro per preparare il ritiro della prossima stagione. E De Laurentiis non esclude un prolungamento dell'attuale contratto, semplicemente non lo vede come una condizione necessaria per portare avanti il matrimonio. Insomma, sembra che tutto vada verso il terzo anno di Spalletti sulla panchina del Napoli, forse il più difficile visto che dovrà difendere il titolo ma anche il più esaltante con i tifosi che lo vedono come l'eroe dello scudetto vinto e una squadra che - al netto di qualche possibile cessione, anche illustre - si basa su un gruppo giovane e di qualità sul quale costruire un ciclo.