Il designatore avrebbe contestato al fischietto il metro di giudizio in campo. Poco dopo il doppio giallo a Simeone. La versione dei vertici arbitrali è però differente
Le polemiche intorno alla finale della Supercoppa Italiana, vinta lunedì dall'Inter sul Napoli non si placano. Proseguono a gonfie vele con al centro sempre gli arbitri, nel dettaglio il fischietto Rapuano. L'ultima indiscrezione rivela della presenza di Gianluca Rocchi, nello spogliatoio del direttore di gioco Rapuano all'intervallo della sfida: il designatore scrive Il Mattino "si sarebbe intrattenuto a lungo proprio per rimproverare l'arbitro sul metro di giudizio che stava adottando in campo".
Da qui il cambio repentino di atteggiamento nella ripresa dopo una prima frazione 'permissiva'. In mezzo alla fine ci è finito Giovanni Simeone, il quale si è preso due cartellini gialli nel giro di cinque minuti subito dopo il via alla ripresa. Rapuano, quasi scontato sottolinearlo, non è stato promosso dai vertici Aia: questi ultimi hanno però apprezzato il modo di fare di De Laurentiis al fischio finale. Da parte del numero uno dei partenopei solo critiche serene (nessun vittimismo insomma) e la proposta di un tavolo per gestire meglio il Var.
LA VERSIONE DELL'AIA
L'Associazione Italiana degli arbitri ha fatto sapere che la presenza del designatore Rocchi non era legata all'operato del fischietto Rapuano, bensì alla mera organizzazione del minuto di silenzio, tenuto ad inizio secondo tempo, per rendere omaggio allo scomparso Gigi Riva.