© italyphotopress
© italyphotopress
L'ex Juve parla per la prima volta in veste di capo delegazione azzurro: "Conosco l'ambiente, darò il mio contributo"
© italyphotopress
© italyphotopress
A Coverciano inizia l'era della Nazionale targata Luciano Spalletti. E accanto al nuovo ct azzurro ci sarà anche Gigi Buffon, per la prima volta davanti ai microfoni nei panni di capo delegazione dell'Italia dopo il suo addio al calcio giocato. "Torno in un ambiente che penso di conoscere abbastanza bene - ha commentato da Coverciano -, il mio ruolo sarà quello di dare un piccolo contributo in quelle che saranno le dinamiche che affronteremo. Sono un uomo felice e orgoglioso di questo incarico".
Gigi Buffon prende il posto che è stato a lungo di Gianluca Vialli: "Il ricordo è bellissimo, avevamo un rapporto straordinario. Pensare di essere al suo pari è presuntuoso e sbagliato, non sarei all'altezza di ciò che ha fatto lui. Il mio compito è farmi apprezzare per quello che sono".
L'ex capitano della nazionale torna a Coverciano con un ruolo nuovo dopo non aver di fatto mai dato l'addio alla maglia Azzurra: "Mi hanno chiesto di farne una - ha svelato lo stesso Buffon -, ma non mi andava perché non penso fosse una cosa giusta. La maglia Azzurra va apprezzata e venire qui per me significava vedere i monumenti del calcio italiano. I giovani si aiutano così, appassionandoli come faceva mio padre coi suoi racconti. Poi se la Nazionale è vincente, aiuta".
La scuola italiana dei portieri è ancora tra le migliori al mondo: "Il serbatoio negli ultimi anni è cresciuto - ha commentato Buffon -, ce ne sono almeno cinque o sei di ottimo livello, a parte Donnarumma che ormai è un primo della classe. C'è Vicario, poi Provedel che è stato il migliore della stagione scorsa, ma anche Meret, Falcone, Di Gregorio e Carnesecchi. Gigio? L'ho visto in tv, parare e sbagliare ma è dagli errori che impari molto di più e cresci. L'ho lasciato ragazzo e lo ritrovo uomo".
La scelta di ritirarsi è stata presa da poco da parte di Gigi Buffon: "Non è stato difficile smettere, alla mia età. Sono riuscito a farmi male ed è stato un segnale, è stato il momento di chiudere. A Cagliari, nello spogliatoio, ho deciso di lasciare".
Ora con la Nazionale è tempo di nuovi obiettivi: "Non penso ci sia il rischio di indietreggiare nel calcio italiano che non penso sia minore. Ci sono degli obiettivi minimi che una squadra come la nostra deve raggiungere". Uno di questi dopo l'Europeo 2024 da raggiungere è quello di tornare a disputare un Mondiale, un cruccio per l'ex portiere: "Avrei voluto fare il sesto mondiale, sarebbe stato unico. L'Europeo vinto è stata una magia, un obiettivo raggiunto anche grazie a situazioni fortunate e la stessa cosa al contrario vale per il mancato mondiale. Tra rigori sbagliati e altro è stato il dazio per la vittoria di Wembley".
"In questi giorni - ha concluso Buffon - ho avuto la fortuna di stare vicino al presidente e al mister con il suo staff, e ho sentito di nuovo parlare di concetti e di valori fondamentali per raggiungere determinati obiettivi: ho la sensazione che l'Italia con Spalletti abbia trovato l'uomo giusto al momento giusto. Ho poco da aggiungere ai suoi concetti, con un ct così secondo me dovrò parlare poco".
Mentre sull'addio di Mancini, Buffon segue la linea del presidente federale Gravina: "E' stata una decisione inaspettata alla quale però la Figc ha risposto con convinzione e velocità. Questa è la cosa che interessa di più al mondo azzurro".
© italyphotopress
© italyphotopress