La difesa azzurra balla sulle palle inattive: servono più centimetri, attenzione e cattiveria in marcatura
Il primo round contro la Germania nei quarti di Nations League ha lasciato l'amaro in bocca all'Italia e confermato la fragilità della banda azzurra sui calci piazzati e soprattutto nel gioco aereo. Dati alla mano, infatti, dopo la vittoria senza concedere reti contro il Belgio, la Nazionale di Spalletti ha incassato quattro degli ultimi cinque gol su colpi di testa. Due li ha segnati Rabiot nella sconfitta con la Francia, gli altri due invece li hanno piazzati Kleindienst e Goretzka nel ko di San Siro con la Germania.
Vista l'altezza media della rosa, sicuramente la questione centimetri pesa sul comportamento troppo morbido in area dell'Italia e sulla statistica. Ma non è tutto qui. Le difficoltà nel gioco aereo in fase difensiva si possono attribuire infatti anche a un atteggiamento troppo passivo e disordinato sui calci piazzati e a una certa mancanza di comunicazione tra gli azzurri sui cambi di marcatura e sul posizionamento a seconda delle situazioni di gioco.
Dettagli su cui Spalletti deve lavorare ancora molto, cercando di dare compiti e indicazioni più precise e provando ad aumentare la "cattiveria" delle marcature in area con difensori più fisici e adatti alla battaglia ravvicinata in area. Gente come Gatti e Buongiorno, per intenderci. "Mastini" con piedi meno educati di Bastoni e Calafiori in fase di costruzione, ma più abituati a marcare stretto, a ostacolare gli avversari nel gioco aereo e a duellare con più determinazione e decisione su certe palle vaganti in area.