La Nazionale si è lasciata definitivamente alle spalle il disastroso Europeo e ora può sognare in grande
di Andrea Ghislandi© Getty Images
Sono passati solo tre mesi e mezzo dalla debacle all'Europeo contro la Svizzera, ma sembra trascorsa un'Era. L'Italia senza gioco, con poche idee e poco fiato si è completamente trasformata in Nations League e la vittoria di ieri contro Israele è l'ennesima conferma della svolta effettuata dagli Azzurri che ora tornano a far tremare l'Europa. Vero che l'avversario era tutt'altro che irresistibile, ma la buccia di banana è sempre in agguato e averla evitata è un merito. Spalletti ha ottenuto buone indicazioni dai soliti senatori, ma può anche guardare con ottimismo al futuro (Mondiale 2026) perché giovani bravi e interessanti ce ne sono e stanno lentamente venendo fuori. La sfida contro Israele ha confermato la rinascita di Di Lorenzo dopo il flop in Germania, la crescita di Retegui e l'importanza capitale di Frattesi, sempre bravo negli inserimenti e capocannoniere della gestione Spalletti con ben 7 gol.
La panchina di Donnarumma gli ha regalato la fascia di capitano e Di Lorenzo non ha deluso, dando ancora la riprova che il brutto Europeo di Germania è stato solo uno spiacevole passo falso. Il difensore del Napoli, rinvigorito anche dalla cura Antonio Conte, è un giocatore completamente recuperato e che ormai si trova a proprio agio come braccetto destro di una difesa a tre. Visto che gli israeliani sono stati davvero poca cosa in attacco, il pupillo di Spalletti si è scatenato nella ripresa con una storica doppietta, mettendo in mostra il meglio del suo repertorio: il colpo di testa e il tiro da fuori area. Due gol belli e importanti che placano le tante critiche ricevute in estate.
Un'altra buona notizia per Spalletti arriva dall'annosa questione del numero 9. Quando ad agosto il ginocchio di Scamacca ha fatto crack, il ct non ha passato di certo giorni facili. Ora può dormire sonni più tranquilli grazie a Retegui, proprio il bomber che ha sostituito lo sfortunato Scamacca anche nell'Atalanta. Dopo il Belgio, l'italo-argentino si è ripetuto anche ieri sera a Udine ma le reti sono solo la ciliegina sulla torta di un lavoro in campo a 360°. Perché Retegui non è solo in questo momento un implacabile finalizzatore, ma anche un uomo squadra, il primo a pressare e a cercare le combinazioni con i compagni. L'annoso problema di avere un numero 9 all'altezza sembra risolto, ma non diciamolo ad alta voce visto i tanti fallimenti degli ultimi anni.
Tra le note positive c'è anche Frattesi che, seppur non giocando un match memorabile, si è confermato il capocannoniere della gestione Spalletti: con Israele è arrivato l'8° gol in Nazionale, il 7° sotto la gestione dell'attuale commissario tecnico. Da calciatore più sgridato a imprescindibile, il passo è stato breve. Frattesi fa fatica a trovare spazio nell'Inter ma è un punto fisso della Nazionale. Paradossi del calcio moderno. Accanto a lui sta crescendo a vista d'occhio Ricci che ha vinto il derby contro lo juventino Fagioli: il torinista ha una grande visione di gioco e riesce a gestire meglio tempi e giocate rispetto al compagno. Ottimo anche l'impatto di Udogie, ormai vice Dimarco, e l'esordio assoluto di Daniel Maldini che, davanti agli occhi di papà Paolo e mamma Adriana, nei pochi minuti giocati ci ha messo lo zampino nel quarto gol azzurro. A novembre basta un punticino tra Belgio e Francia per andare avanti in Nations League e sperare in un sorteggio più benevolo per i Mondiali 2026. Che è il vero obiettivo dopo le mancate partecipazioni nel 2018 e nel 2022. Un'onta che questo gruppo vuole cancellare a suon di vittorie e grandi prestazioni...