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L'ANALISI

Manca poco per vedere l'Italia di Spalletti ma dietro si balla troppo

La prestazione di Wembley contro l'Inghilterra ha dato anche segnali positivi nonostante il risultato finale

di Andrea Cocchi
18 Ott 2023 - 09:40
 © Getty Images

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I commenti del giorno dopo sono sempre legati al risultato, ed è normale che sia così. Non si può però non tenere conto di quanto di buono la Nazionale abbia saputo proporre a Wembley per quasi un'ora di partita. Giocare nel tempio del calcio contro l'Inghilterra non è mai facile e quando riesci a essere alla pari con gli ex maestri a casa loro, beh è comunque tanta roba... Peccato che la gestione in fase di non possesso, da poco prima del quarto d'ora del secondo tempo, abbia portato a quella che, leggendo il tabellino, assomiglia a una disfatta

Spalletti ha già messo il suo marchio su questa squadra, e non è una cosa da poco. L'Italia del primo tempo si gioca la partita senza timori reverenziali e mette in moto una serie di giocate di buon livello, a partire dalla capacità di uscire dal pressing, spesso portato altissimo, degli inglesi. In fase di consolidamento e di rifinitura si attacca con molti uomini, si sfruttano le sovrapposizioni (vedi gol di Scamacca), si cerca il movimento ad accentrarsi di Udogie e quello in profondità di Frattesi e Barella. L'Italia sa anche gestire bene la fase difensiva, con un sistema di pressing che avvicina Frattesi a Scamacca, che vanno a chiudere sui due centrali inglesi, fa alzare Barella sul primo centrocampista che si abbassa, e tiene i due esterni alti (Berardi ed El Shaarawy) in linea con il centrocampo, pronti a chiudere su Trippier e Walker. Il laterale sinistro della Roma, poi, in fase di difesa posizionale, si mette in linea con la difesa che diventa a cinque.

Un piano quasi perfetto. E quel quasi è più legato a fattori individuali che tattici. Innanzitutto gli inglesi hanno Bellingham e Kane. Il primo è dappertutto. Ha una capacità di lettura degli spazi quasi al di fuori dell'umana comprensione. Si avvicina al possessore, si lancia in profondità, entra in area, vede l'uomo libero. Basta una parola: fuoriclasse. L'altro, approfittando del fatto che l'Italia cerca la pressione individuale, si porta spesso, nel secondo tempo, a ridosso della metà campo dove non sempre viene seguito dai centrali azzurri, indecisi se cercare l'anticipo o non spezzare la linea. Da lì può cercare i cambi di campo che esaltano gli esterni alti. Anche se i due gol della ripresa arrivano da un numero di Bellingham, che con un sombrero spacca tutto il centrocampo azzurro, e da una doppia ingenuità difensiva su un pallone lanciato lungo su Kane. Nulla è compromesso sulla strada di Euro 2024, ma non c'è dubbio che qualcosa da registrare nei meccanismi difensivi debba essere una priorità nelle prossime sessioni a Coverciano.

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