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Antonello: "Inter e Milan avanti insieme". Sala: "Il possibile cambio di proprietà per i rossoneri potrebbe solo facilitare le cose"
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Nel corso del suo intervento all'evento 'Il Foglio a San Siro', il presidente del Milan Paolo Scaroni è tornato a parlare dell'ipotesi di abbandonare il progetto del Nuovo San Siro e costruire il nuovo stadio fuori dal comune di Milano. "Ogni giorno che passa questa ipotesi B diventa sempre più realistica - ha spiegato -. Quando parliamo di fuori Milano, parliamo di un fuori Milano relativo". "Non stiamo pensando di andare a 50 km da Milano, sarebbe una zona che i milanesi considerano parte della loro città anche se ha un'amministrazione diversa", ha aggiunto con riferimento all'idea di realizzare l'impianto sul territorio di Sesto San Giovanni.
Al momento, del resto, tutto è ancora in stand-by per il "Nuovo San Siro" e all'orizzonte non si intravedono svolte nell'immediato sulla questione. "Non ci sono novità - ha spiegato il sindaco di Milano Sala -. Certamente qualora il Milan fosse ceduto non cambierebbe nulla, anzi una nuova proprietà che garantisce una presenza per molti anni può solo facilitare le cose". "Non ci sono novità se non il fatto che noi in questo momento siamo in grado di decidere a chi affidare il processo di Dibattito pubblico - ha proseguito il primo cittadino -. Abbiamo fatto una selezione e siamo in grado di decidere". "È evidente che dall'altra parte le squadre devono proporre un progetto, non uno esecutivo ma qualcosa di più di un rendering", ha aggiunto Sala.
Sulla questione si è poi espresso anche l'ad dell'Inter. "I due club stanno lavorando sul nuovo progetto. Do qualche dato a livello internazionale, negli ultimi 10 anni in Europa sono stati investiti miliardi di euro negli stadi nuovi in diversi Paesi e in Italia non possiamo rimanere indietro - ha spiegato -. Ci auguriamo che al di la' degli intoppi burocratici si possa sbloccare questa situazione che puo' dare beneficio al nostro Paese". "Siamo in attesa che l'amministrazione comunale nomini il responsabile del dibattito pubblico - ha aggiunto -. Il processo dovrebbe concludersi a inizio maggio, noi stiamo lavorando per integrare il progetto del 2019 con uno studio di fattibilita' di mille pagine in quanto il Comune ha chiesto una rettifica degli indici volumetrici". "I club hanno seguito le richieste dell'amministrazione e si sono adeguati nonostante ci sia una legge sugli stadi che consentirebbe indici piu' alti - ha proseguito -. I club hanno ascoltato le richieste della citta' e si sono messi a disposizione per rivedere il progetto iniziale. Pero' i club sono proponenti del progetto, sara' il Comune a dire se il progetto piace o no". "Milano e' sempre stata sinonimo di efficienza, ora ci sono difficolta' politiche ma Inter e Milan vogliono dare una visione moderna e continuare a dare lustro alla citta' con un impianto che possa tenere il passo con gli impianti europei - ha aggiutno Antonello -. L'urgenza e' avere uno stadio nel piu' breve tempo possibile". "Non c'e' un termine perentorio ma stiamo valutando altre opzioni e i termini di fattibilita' di queste - ha ribadito -. Aspettiamo che si chiarisca il dibattito pubblico e poi decideremo".
Le uniche cose certe, per ora, sono che il Meazza, così com'è, non soddisfa più le necessità di Inter e Milan e che urge una soluzione più moderna e funzionale in tempi rapidi. "San Siro ha fatto il suo tempo. E' stato sacrificato il Wembley in nome del nuovo Wembley", ha dichiarato anche Andrea Agnelli esprimendo il suo punto di vista sulla questione sempre all'evento 'Il Foglio a San Siro'. "L'Italia avrà sempre bisogno di uno stadio da oltre 60 mila spettatori - ha proseguito il presidente della Juventus -. E' da valutare se a Milano o Roma, ma uno stadio come questo è antifunzionale per qualsiasi attività". "Io poi sarei per uno stadio destinato solo alla Nazionale e molto identitario - ha concluso Agnelli -. Lo stadio di proprietà è fondamentale per crescere, l'ho sempre suggerito anche a Inter e Milan".