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Omicidio Belardinelli, Piovella resta in carcere. A Napoli sotto sequestro una seconda auto

Proseguono le indagini sull'uccisione dell'ultrà varesino negli scontri prima del match tra Inter e Napoli

23 Dic 2020 - 15:43

Il procuratore aggiunto di Milano Letizia Mannella e i pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri hanno dato parere negativo alla scarcerazione, richiesta dalla difesa, di Marco Piovella, uno dei capi dei Boys della Curva Nord dell'Inter arrestato nei giorni scorsi per rissa aggravata nell'inchiesta sugli scontri tra ultras prima della partita Inter-Napoli del 26 dicembre, tefferugli che hanno portato alla morte di Daniele Belardinelli, investito, secondo l'ipotesi investigativa, da due auto.

Nel frattempo, oltre alla Volvo V40 già messa sotto sequestro nei giorni scorsi a Napoli, nel capoluogo campano è stata bloccata anche una seconda auto che potrebbe aver travolto l'ultrà del Varese, mentre la Volvo, poi, gli sarebbe passata sopra quando era già a terra. Lunga la lista degli indagati per omicidio volontario, tra cui gli otto tifosi napoletani che erano sulle due auto. Sulla richiesta di domiciliari per Piovella dovrà decidere il gip di Milano Guido Salvini.

Intanto, oggi, nuovo vertice in Procura a Milano tra gli investigatori della Digos e i pm che stanno lavorando in queste ore, dopo gli interrogatori a Napoli di sabato scorso, per chiarire la dinamica dell'investimento e le responsabilità, oltre che per ricostruire i ruoli nell'organizzazione dell'agguato degli ultras interisti a quelli napoletani, avvenuto in via Novara mentre stava passando la 'carovana' di macchine di tifosi partenopei diretti allo stadio.

Non è invece ancora stata fissata l'autopsia sul cadavere di Belardinelli, anche perché i pm devono inoltrare informazioni di garanzia per omicidio volontario a tutte le persone che sono state individuate o che lo saranno a breve come presenti negli scontri (al momento si contano almeno una ventina di indagati tra ultras interisti e napoletani).

Nel frattempo, due giorni fa è passato dal carcere ai domiciliari uno dei quattro arrestati, il 21enne Luca Da Ros che, malgrado le minacce, ha collaborato alle indagini fornendo molti nomi di ultras interisti e tirando in ballo 'il Rosso', ossia Piovella, difeso dai legali Mirko Perlino e Carlo Melzi D'Eril. Sul fronte dell'investimento, invece, gli investigatori avrebbero individuato chi era alla guida della Volvo, ossia un amico dell'ultrà napoletano nella cui disponibilità era l'auto, intestata al padre dello stesso. Nessuno dei quattro occupanti della Volvo, però, ha ammesso l'investimento e decisive saranno anche le analisi della polizia scientifica alla ricerca di tracce di sangue sulla macchina. Analisi che verranno estese anche alla seconda auto.

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