Gli inquirenti non trascurano il business dei biglietti, con l'Inter possibile vittima di ricatti. Ascoltati i leader della curva
Sono diverse, e tutte aperte, le piste su cui gli inquirenti stanno indagando in merito all'omicidio di Vittorio Boiocchi, il 69enne ex capo ultrà dell'Inter, ucciso sabato sera in un agguato sotto casa a Milano. Una di queste porta al bagarinaggio, con la stessa società nerazzurra che potrebbe essere stata vittima di ricatti. Il nome del pregiudicato, infatti, è spuntato in un'altra inchiesta della procura di Milano relativa al business dei biglietti. Si aggiunge ad altre attività illecite legate ai parcheggi, ma anche allo spaccio di droga, alle estorsioni e alla connivenza prima della mala del Brenta, poi con Cosa nostra e con la 'ndrangheta.
Sul corpo di Boiocchi, intanto, è stata disposta l'autopsia, mentre prosegue l'esame delle telecamere della zona in cui è avvenuto l'omicidio. Sono stati poi ascoltati una serie di testimoni. Tra questi anche l'attuale leader della curva interista Andrea Beretta, mentre nelle scorse ore sono stati convocati in Questura altri noti esponenti del tifo nerazzurro, tra cui Nino Ciccarelli, leader dei Viking già arrestato nel 2019 per gli scontri prima di Inter-Napoli in cui è rimasto ucciso Daniele Belardinelli. Ascoltato anche l'amico che l'altra sera ha accompagnato Boiocchi in moto a casa: l'uomo ha spiegato di non aver visto nulla.