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IL RETROSCENA

Orsato e quella vicenda che fece temere per la famiglia: "Sono stato messo scorta, ho avuto paura per i miei figli"

Il Commissario dello sviluppo e del talento arbitrale dell'AIA ha parlato delle difficoltà incontrate durante la car

di Marco Cangelli
12 Mar 2025 - 11:52
 © Getty Images

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Fare l'arbitro non è certo una passeggiata, tanto più se sei un fischietto di livello internazionale e sei chiamato a guidare partite di grande risalto. Ne sa qualcosa Daniele Orsato che, dopo aver smesso i panni di direttore di gara, oggi svolge il ruolo di "Commissario dello sviluppo e del talento arbitrale" per l'Associazione Italiana Arbitri (AIA). Una sorta di "tutore" per i giovani che vorrebbero intraprendere questa carriera, ma che spesso sono frenati da episodi che possono metter in pericolo la propria vita e quella dei famigliari come spiegato dal fischietto vicentino.

"Sicuramente il momento più difficile è stato quando, dopo una partita, mi è stata assegnata una scorta. Sette giorni di sorveglianza per me e la mia famiglia. Un arbitro sa di dover affrontare contestazioni, fa parte del gioco, ma quella volta era diverso: non ero solo io al centro della tempesta, c’erano di mezzo mia moglie e i miei due bambini piccoli - ha raccontato Orsato in un'intervista al Corriere della Sera -. Il calcio dovrebbe essere passione, competizione, ma mai paura. Ecco, queste cose non dovrebbero accadere nel mondo dello sport. Perché quando il dissenso supera il confine del campo e diventa minaccia, significa che abbiamo smarrito il senso più autentico del gioco".

L'arbitro veneto non ha rivelato quale fosse la sfida in questione, eppure l’allusione sembra portare a quell'Inter-Juventus del 2018 dove Orsato decise di non intervenire su un duro fallo di Miralem Pjanic su Rafinha ammettendo a posteriori l'errore. Eppure in quel periodo, complice anche l'assenza del VAR, la vita per gli arbitri era veramente complicata come ricorda Orsato: "In quegli anni ho visto violenze di tutti i tipi. Ogni settimana mi capitava di incontrare arbitri che erano stati vittime di giocatori o dirigenti di società che li avevano aggrediti negli spogliatoi o di tifosi che li avevano aspettati fuori dallo stadio e tutto questo ancora oggi non riesco a digerirlo, quanta rabbia e quanta tristezza ascoltare i racconti di quei colleghi, provavo quasi un senso di impotenza. In serie A la contestazione del tifoso verso l’arbitro si è alleggerita con il VAR, lo strumento attenua la rabbia. Diciamo che la vita è migliorata, c’è meno astio".

Nonostante i passi in avanti, nelle categorie minori rimane comunque forte il pericolo di esser presi di mira e subire anche delle violenze fisiche. Qualcosa di inaccettabile per il fischietto veneto che ha lanciato un appello ai tifosi affinché possano cambiare atteggiamento: "Pensate a quei ragazzi e a quelle ragazze come se fossero i vostri figli. Vi piacerebbe se qualcuno li insultasse pesantemente, con cattiveria e senza alcuna ragione? Se sugli spalti si partisse da questa semplice riflessione, forse si guarderebbe l’arbitro con occhi diversi, riconoscendone il ruolo e il valore invece di trasformarlo nel bersaglio di ogni frustrazione - ha concluso Orsato -. La nostra associazione e la FIGC hanno fatto grandi passi avanti dal punto di vista delle sanzioni nei confronti di chi aggredisce un arbitro. Io credo che si debba arrivare a punire l’aggressione a un direttore di gara come si fa per chi si scaglia contro un carabiniere. Ci sono giovani arbitri che vengono picchiati per motivi futili e questa per me è violenza criminale. Bisogna essere severi. Purtroppo episodi di violenza si verificano sempre più spesso nelle stazioni, nei centri storici delle città, nelle periferie….. Per questo è necessario che la famiglia torni a essere un punto di riferimento importante".

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