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Palermo, Baldini: "Sentivo di non esser parte del progetto della nuova proprietà"

L'ex tecnico rosanero dopo le dimissioni: "Nel mio cuore regna la tristezza, ma non c'erano più i presupposti"

28 Lug 2022 - 17:12

Silvio Baldini ha voluto mettere in chiaro i motivi della sue dimissioni dal ruolo di tecnico del Palermo. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con l'ormai ex ds rosanero Renzo Castagnini, anch'egli dimissionario, l'allenatore che ha riportato il club siciliano in Serie B ha spiegato le ragioni del suo addio improvviso a poche settimane dall'inizio del campionato: "Sentivo di non essere parte del progetto della nuova proprietà (dal 1° luglio il City Group, ndr) e questo non mi permetteva di lavorare con la giusta tranquillità - ha detto -. Non c'erano più i presupposti per allenare la squadra".

Qualcosa si è rotto in particolare in merito alle strategie di mercato e ai rinnovi di contratto: "Il gruppo non c'è più per una serie di motivi. Ci sono giocatori che pensavano di prendere un ingaggio migliore, altri hanno rinnovato alle stesse cifre della Serie C rimanendo 10 giorni a casa. Ci sono tante persone attorno a me che hanno esternato le proprie amarezze. Tutte queste cose hanno rotto il gruppo, prima non ragionavamo così. Ero circondato dal malcontento di tutti: dai magazzinieri ai giocatori. L'amichevole con il Pisa è stata la cartina tornasole. Quattro gol in mezz'ora non li prendiamo neanche con la Berretti. Abbiamo aperto gli occhi, ci siamo resi conto dei problemi".

"Se questi presupposti non ci sono perché il gruppo non c’è più cosa dovrei fare? Aspettare cinque-sei brutte figure e poi essere cacciato per continuare a prendere lo stipendio, oppure lasciare il posto ad altri? Posso solo ringraziare il Palermo e il presidente Mirri per avermi fatto allenare questo gruppo in una città straordinaria - ha proseguito -. Il presidente è stato eccezionale, mi ha chiamato due volte chiedendomi di non mollare, uno migliore di lui non potevo trovarlo. Io ho detto che voglio andare in Serie A, ma per andare in Serie A bisogna ricreare questo gruppo e serve tempo. Nel calcio il tempo non esiste perché se non vinci, ti mandano a casa. Siccome so come va a finire, preferisco andarmene".

Baldini ha confessato che non è stata una decisione facile: "Nel mio cuore regna la tristezza, ma nella testa sono sereno perché mi sono tolto un peso: riportare il Palermo in Serie B. Se non avessi lottato per farlo, mi sarei sentito un fallito. Questa è la soluzione migliore per il club".

A confermare quanto detto dal tecnico è intervenuto anche l'altro artefice della promozione del Palermo, Castagnini: "Abbiamo provato a lavorare, ma abbiamo capito di aver perso il gruppo e tutta quella forza che lo scorso anno ci ha portato a ottenere quel grandissimo risultato. Quando ci siamo accorti di questo, abbiamo preso questa decisione - le sue parole -. Il mister non ha mai avuto rapporti con il City Group, per questo non si sentiva al centro del progetto. Il mercato fatto finora è stato condiviso da me con i nuovi proprietari e i giocatori che hanno firmato il rinnovo sono contenti, ma ci sono dei passaggi che sono importanti. Se uno fa aspettare dieci giorni per firmare, un giocatore si sente meno importante. Abbiamo provato a fare un certo tipo di lavoro, ma non ci siamo riusciti. Prima di proseguire su questa strada abbiamo detto basta. Ci siamo accorti che era difficile riproporre quello che ci ha portato al successo lo scorso anno".

Infine un augurio per il club: "Non proviamo rancore o rabbia verso nessuno. Ringraziamo il presidente e la proprietà attuale per averci dato la possibilità, anche se non sentivamo la fiducia, e sono certo che a Palermo faranno grandi cose perché hanno professionisti e mezzi di grande livello. Non so in quanto tempo, ma porteranno il Palermo in Serie A. Hanno una grandissima struttura e una grandissima organizzazione, lasciamo loro un grandissimo patrimonio in una città meravigliosa".

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