Intervista in esclusiva a Repubblica: "Cardinale mi chiese la Champions, ma voleva mandarmi via"
Paolo Maldini a ruota libera, senza freni. Sei mesi dopo il licenziamento dal Milan, torna a parlare con Enrico Currò in un'intervista pubblicata in esclusiva da Repubblica. L'ex bandiera rossonera ne ha per tutti. Da Cardinale ("Voleva che vincessi la Champions, ma aveva già deciso di mandarmi via") a Scaroni ("In prima fila per lo scudetto, ma lo vedevo spesso lasciare lo stadio in anticipo quando le cose non andavano bene"). Con un messaggio chiaro per l'attuale dirigenza: "Oggi comandate voi, ma per favore rispettate la storia del Milan".
Maldini confessa che i sei mesi di silenzio sono giustificati perché "il tempo permette serenità", l'amore per il Milan rimane incondizionato, ma persone come lui "converrebbe tenersele strette".
Invece il 5 giugno scorso arrivò il divorzio: "Cardinale mi disse che io e Massara eravamo licenziati, giustificandolo con i cattivi rapporti con Furlani e aggiungendo una battuta sulla semifinale Champions persa con l'Inter. Con lui in un anno solo una chiacchierata e quattro messaggi. Mi era stato chiesto di preparare un piano per vincere la Champions. L'ho fatto con Massara e un amico consulente, l'ho mandato ma non mi è stata mai data una risposta".
L'ex dirigente rossonero torna sugli affari conclusi e sfumati: "Per Ibrahimovic servirono tante riunioni, mi contestavano De Ketelaere ma per un ragazzo così giovane la percentuale di insuccesso è alta. Leao, Bennacer e Theo non piacevano. Messi? Era libero dopo il Barcellona, ma è rimasta un'idea perché Leonardo mi disse che il PSG era avanti".
Non mancano punte di amarezza: "Furlani mi comunicò un budget basso per questa stagione, ma dopo la mia partenza è raddoppiato". E Pioli? "Va ringraziato, ma dargli compiti che esulano dai suoi lo renderà sempre più solo".
Infine una battuta sugli algoritmi "Non ce n'è bisogno per prendere Loftus-Cheek, Pulisic e Chukwueze" e sul nuovo stadio: "Lottavo per un impianto più grande, è stato un motivo di scontro".