Il sindaco Pizzarotti tenta la strada del fallimento pilotato che garantirebbe il titolo sportivo, ma se dovesse fallire si ripartirà da zero
Niente soldi per gli steward e niente Parma-Udinese. Mai successo prima in Serie A. Il prefetto rinvia il match di domenica per motivi di sicurezza e qualcuno inizia già a pensare al peggio. Il sindaco Pizzarotti sta cercando di salvare il salvabile. In caso di "fallimento pilotato", infatti, il club manterebbe il titolo sportivo e potrebbe giocare in Serie B (in caso di retrocessione). Diversamente c'è lo spettro dei Dilettanti.
La matassa diventa un gomitolo di paura per il Parma e per il campionato di serie A che rischia di perdere per strada un pezzo della sua storia, ma anche la logica della sua linearità. Il club è sospeso tra la possibilità di essere accompagnato in qualche modo dalla Lega fino a fine stagione, magari sfruttando un fallimento pilotato - modello Bari - o di salutare durante, ritirandosi.
Un'ipotesi che mai ha trovato piede in serie A e che ha solo un precedente negli anni della seconda guerra mondiale quando il Palermo - era il 1943 - si ritirò causa sbarco degli alleati angloamericani. Questa, però, è un'altra storia - gli alleati servirebbero per le casse e concretamente non si vedono - . Una pagina troppo grigia per essere proposta nel 2015 e che può ora rovesciare una damigiana di veleni e polemiche. Il regolamento parla chiaro. Se una squadra si ritira dopo il girone d'andata tutte le successive gare sono da considerare nulle con vittoria a tavolino 0-3 delle avversarie. Quelle precedenti, invece, no. E qui s'innesca il meccanismo infernale.
Il Parma ha già preso punti, 10, pochi, ma che possono essere un macigno nell'economia del torneo degli altri. Ha pareggiato all'Olimpico con la Roma ancora impegnata nella difficile corsa scudetto; ha vinto con Inter e Fiorentina che sognano l'Europa che conta.
Punti tolti prima sul campo ad alcuni e poi regalati a tavolino ad altri. La bilancia può rompersi sotto il peso di una vicenda triste e grottesca, mentre si è già frantumata la tolleranza - ed è stata tanta - di calciatori e tesserati tutti del Parma. Il loro futuro corre sul filo sottile della speranza o quello bollato della paventata messa in mora per ottenere lo svincolo, ma solo a margine di un iter che prevede tempi tecnici di qualche settimana e un passaggio dal Collegio Arbitrale, per poi restare senza squadra fino a luglio. Un gomitolo di paura e ancora non si capisce come metterci mano.
"I discorsi sulla questione del Parma sono un problema più dei tribunali che dello sport". Così Carlo Tavecchio, presidente della Figc, sulla crisi del club emiliano. "Credo che si faranno dei progressi - ha aggiunto - se riusciremo a capire come rivisitare le questioni economiche e di bilancio. Non si potranno accettare le iscrizioni ai campionati dei soggetti che non hanno la capacità e liquidità per farlo. Questo sarà oggetto di discussione in federazione a breve". "Tutti hanno delle responsabilità, inutile fare il j'accuse, ma credo sicuramente che il campionato non sarà falsato - ha aggiunto il numero uno della Figc -. La lega farà tutti gli sforzi perché non può demolire un prodotto calcio, quindi sicuramente non credo ci saranno defezioni in campionato". "In questo momento i fatti gravi fanno riflettere - ha concluso -. Faremo di tutto per far sì che non si ripetano".
Se una società si ritira "in corso di Campionato, tutte le gare in precedenza disputate non hanno valore per la classifica, che viene formata senza tenere conto dei risultati delle gare della società rinunciataria". Ma "se il ritiro interviene nel girone di ritorno, tutte le restanti gare sono considerate perse a tavolino". Così la Lega di A chiarisce - sul piano strettamente sportivo - lo stato dell'arte sulla crisi del Parma, a rischio di fallimento.
Intanto su Twitter è comparso l'hashtag #SaveParma al quale hanno aderito anche alcuni giocatori gialloblù come Lucarelli, Palladino, Ghezzal e non solo.